Proprio mentre si assiste ad un nuovo impulso da parte dei giovani studenti ad iscriversi alla Facoltà di medicina mi pare che si voglia, da più parti, cercare di allontanare il cittadino-medico dal cittadino-paziente.
Nei giorni scorsi la federazione nazionale degli ordini dei medici ha deciso che la parola paziente verrà sostituita da “persona assistita”. Ho scritto e riscrivo che secondo me non basta cambiare il nome ai pazienti per farli tornare essere umani essendo anche clienti delle aziende sanitarie!
Ora si vuole dare addio, fra l’altro, al giuramento di Ippocrate, uno dei simboli più antichi della professione. Nel vecchio codice deontologico, del 2006 ancora in vigore, si dice in modo chiaro e netto che “il medico deve prestare giuramento professionale“, il nuovo testo recita: “L’iscrizione all’Albo vincola il medico ai principi del giuramento professionale e al rispetto delle norme del presente codice di deontologia medica“. Non c’è più l’obbligo di formale giuramento, momento fortemente simbolico per i neo camici bianchi.
L’ordine professionale diventa il cardine pur essendo figura, a mio avviso, inutile e verticale.
Credo invece che occorra ripartire da una medicina più orizzontale e non di casta legata a ordini professionali che spesso dettano leggi per tutti decise da pochi. Occorre tornare al passato per scoprire nuove strade che non allontanino ma che aprano verso chi viene a contatto con la salute, prevenendo, e con la malattia, curando, in quel percorso condiviso per riportare #ilpazientealcentro. Lontano dalle istituzioni, dalle aziende sanitarie, dalla medicina difensiva, dagli ordini professionali chiusi, ma vicino quotidianamente a chi ha bisogno reale di salute.