L’intelligenza morale è quella capacità di riconoscere il bene e il male e quindi evitare conseguenze sbagliate e dannose, derivanti dalle nostre scelte e interventi sulla vita quotidiana. Questa forma di intelligenza, che dovrebbe essere assai diffusa, è invece molto rara soprattutto quella con un quoziente alto. Questa carenza la si avverte soprattutto nel mondo politico. Il Parlamento e il Governo ci dimostrano ogni giorno di possedere solo una parlantina più o meno sensata ma non hanno l’assennatezza di costruire delle priorità progettuali che abbiano come tema la serenità di un intero popolo. Gli onorevoli e i ministri si impegnano soprattutto in conteggi economici, e poi, invece di provvedere al risparmio e al contenimento della povertà, gli vengono idee marziane come l’acquisto di aerei F-35 la cui utilità è misteriosa come pure misteriosa è quella del Tav Torino – Lione.

Ora, se questi signori avessero un’intelligenza morale apprezzabile, saprebbero capire e interpretare i bisogni primari dei cittadini, evitando sconclusionate spese che possono far intravedere speculazioni in momenti in cui il pianto della gente segnala un’emergenza umanitaria notevole.

L’intelligenza morale è il più importante mezzo intellettivo con maggiore responsabilità, da cui derivano le conseguenze di tutte le altre abilità artistiche, scientifiche, professionali e artigianali. Essa è la ragione di tutto. Se viene a mancare, si produce un lavoro che puzza terribilmente di limitatezza. Solo i criminali non hanno un briciolo di questa intelligenza. E sappiamo bene cosa producono: morte, violenza, illegalità. Purtroppo la propaganda che passa anche attraverso mass media rivolti soprattutto ai giovani, propone la cultura della distorsione morale. I giovani vengono, spesso anche inconsciamente, educati dalla famiglia e da altri gruppi sociali, seguendo mode e stili rivoluzionari che distruggono il pensiero morale e rinforzano una logica di perversione che allontana il riconoscimento del peccato. Ti dicono che il peccato non esiste. E tu, poco alla volta, ci credi. Qualcuno può asserire che ciò è un pericolo limitato ai soli giovani. Sbagliato! I figli, si sa, condizionano fortemente i loro genitori che, se non hanno il polso fermo, si lasciano fagocitare dalle loro idee e si entra insieme in un circolo vizioso pericolosissimo. Ecco che questa gente, quando sente parlare di intelligenza morale, si mette a ridere. Per loro va bene un QI pari a 100 e se pur lo supera di molto, la moralità rimane chiusa a chiave in una coscienza sempre più digitale. Questo fatto è reale e veramente minaccioso. Questa incoscienza determina l’incapacità di ordinare priorità o meglio l’incapacità di capire quali sono le priorità. Cosa viene prima? Cosa è più importante fare prima? Questa facoltà sta venendo meno proprio perché manca la razionalità morale. Non si comprende più il valore del nesso logico e dell’ordine mentale. La scuola e l’università, anche se fatte bene, non sono garanzia di apprendimento della morale. Non si deve mai smettere di cercare nei libri e nelle persone migliori, il proprio scopo.

Per quanto riguarda la politica, essa è un mestiere difficile, ma se il politico opera secondo una scaletta di priorità (e questa è la difficoltà maggiore) e crea collegamenti intelligenti tra esse, i nodi a poco a poco si sciolgono. Ecco perché abbiamo bisogno di una nuova legge elettorale! Non possiamo pretendere di essere governati da geni del bene, ma almeno da persone che più o meno si conoscono o di cui si conosce una certa abilità morale oltre che pragmatica.

di Roberto Calò

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