I giudici hanno inflitto cinque anni e sei mesi anche a Luigi Barone, storico braccio destro del produttore cinematografico. I due imputati avrebbero distratto i beni del patrimonio sociale dell'azienda, schiacciata da debiti per 600 milioni di euro
Cecchi Gori è stato condanato a sette anni di carcere. I giudici hanno inflitto cinque anni e sei mesi anche a Luigi Barone, storico braccio destro del produttore cinematografico. I due imputati, secondo i pm, avrebbero distratto o comunque dissipato i beni del patrimonio sociale della Finmavi, schiacciata da debiti per 600 milioni di euro.
I giudici hanno quindi praticamente accolto le richieste della pubblica accusa che aveva sollecitato dieci anni per Gori e otto per Barone. La condanna è stata inflitta dal Tribunale di Roma presieduto da Gustavo Barbalinardo. Oggetto della vicenda sono una serie di operazioni il cui esito ha determinato il dissesto della società e tra queste finanziamenti alle controllate mai restituiti.
Con la sentenza il tribunale ha anche interdetto gli imputati in perpetuo dai pubblici uffici e li ha condannati alle spese processuali. Gori e Barone dovranno risarcire in separata sede il fallimento della Finmavi. Gli imputati sono stati invece assolti dalla concessione di un finanziamento mai restituito alla Finmavi che aveva erogato una cospicua somma di denaro alla Cecchi Gori Media Holding. Il tribunale inoltre ha disposto una serie di confische di beni sotto sequestro e il sequestro di altri beni.
Il primo febbraio scorso, Gori era stato inoltre condannato a sei anni per il crac da 24 milioni di euro della Safin Cinematografica, società del gruppo fallita nel febbraio 2008. Tra le società confiscate e poste sotto sequestro ci sono la Cecchi Gori Cinema e Spettacolo e Vip 97. Quest’ultima risulta titolare del palazzo abitato dal produttore in piazza della Fontanella Borghese.