La crisi fa crollare il gettito Iva, sceso di 3,7 miliardi nei primi otto mesi del 2013, segnando un calo del 5,2 per cento. Lo comunica il ministero dell’Economia, spiegando che “l’andamento riflette la riduzione del gettito della componente relativa agli scambi interni e del prelievo sulle importazioni, che risentono fortemente dell’andamento del ciclo economico sfavorevole“. Considerando il totale delle entrate fiscali, invece, il gettito dei primi otto mesi del 2013 risulta sostanzialmente invariato rispetto allo stesso periodo 2012, “pur in presenza di una congiuntura economica negativa”.
Le entrate tributarie, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 267,9 miliardi. Scendono del 6,1%, in particolare, le entrate dell’imposta sul consumo dei tabacchi legata, in parte, al calo dei consumi determinato dalla diffusione delle sigarette elettroniche. Calano anche le entrate relative ai giochi, con una contrazione dello 0,5 per cento. Mentre sono in crescita quelle legate all’imposta di bollo che risultano in aumento del 26,9%, grazie agli aumenti introdotti nel 2011.
Guardando all’andamento delle imposte dirette, sempre considerando i primi otto mesi dell’anno, il ministero sottolinea che il gettito si riduce leggermente per l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), segnando un calo dello 0,7%, mentre l’Imposta sul reddito delle società (Ires) presenta una crescita del 7,5 per cento.
Aumentano infine gli introiti dalla lotta all’evasione fiscale. Il ministero fa infatti sapere che le entrate tributarie derivanti dall’attività di accertamento e controllo risultano pari a 4,8 miliardi, con un incremento del 2,3 per cento. I passi avanti sul fronte dell’evasione sono stati evidenziati in mattinata anche da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, che nella stessa occasione ha sottolineato come con una minore pressione fiscale ci sarebbe “indubbiamente” anche una minore evasione.
Le associazioni a difesa dei consumatori, intanto, attaccano il ministero dell’Economia per aver fatto scattare l’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento lo scorso 1 ottobre. “I dati diffusi dal Mef dimostrano una volta per tutte che la stima di gettito fatta dal governo, secondo il quale grazie all’aliquota Iva al 22% si incasserà 1 miliardo in più nel 2013 e nel 2014, è una favoletta raccontata agli italiani e, soprattutto, all’Europa”, ha scritto il Codacons in una nota in cui osserva che i soldi legati all’aumento dell’Iva “non arriveranno mai per la semplice ragione che aumentare le tasse sui consumi mentre questi stanno già precipitando non può che determinare una contrazione del gettito. In altre parole è un suicidio, un atto autolesionistico”.
Per questo Letta, ha aggiunto il Codacons, “se davvero vuole risanare il bilancio dello Stato, raggiungere il deficit del 3% per fine anno e mantenere gli impegni con l’Europa, farebbe bene a fare un’operazione verità sui conti e prendere atto dei numeri di oggi, sostituendo l’aumento dell’Iva con altre tasse realmente esigibili”. “Altrimenti – ha concluso – si va avanti con un bluff, con bilanci fasulli, che prima o poi richiederanno una manovra correttiva”.