Politica

Pd, tu chiamale se vuoi ossessioni…

L’ossessione di alcuni nei confronti del Pd è diventata patologica. A ben vedere il Partito Democratico potrebbe anche essere felice posto che analogo comportamento nei confronti di Berlusconi, ha concorso a regalargli venti anni di ottima e abbondante esistenza.

Ora anche l’ultimo accadimento del voto di fiducia viene letto e spiegato con retro pensieri che sopravalutano gli stessi dirigenti democratici. Parte dei quali, in realtà, portatori malsani di stupefacente cialtroneria.

Ad ascoltare certe interpretazioni, letture, commenti parrebbe di essere di fronte ad una sorta di spectre ( democratica ) tutta tesa a gabbare, imbrogliare, turlupinare il prossimo e qualsiasi situazione si traduce in un sottobosco di canagliate e vigliaccherie a danno dei più deboli.

Meno male che c’è un robusto e ossessivo realismo politico che ci spiega che il sarcastico “ è un grande “, espresso da Letta, dopo l’ennesima piroetta di Berlusconi è prova provata dell’inciucio. Che ci illustra che Berlusconi, dopo le capriole avanti e indietro, è in realtà più forte di prima. Che il mediare istanze diverse è sinonimo di truffa ai danni del cittadino.

Che ci accompagna in dotte dissertazioni sulla vera natura antropofaga del partito democratico e maneggia, con dovizia di particolari, le vere e assolute ragioni della sinistra che, fatalmente, non coincidono mai con nessuna posizione assunta dai democratici. Che qualsiasi cosa facciano è sbagliato a priori e a prescindere.

Guai a cambiare il welfare anche quando fetta consistente delle risorse (37%) sono spese a vantaggio delle fasce di popolazione più agiata. Fulmini e saette a chi vorrebbe riformare la giustizia, che evidentemente per chi è veramente a sinistra o post ideologico, funziona a meraviglia. Ed infine peste e carestie per chi pensa che, magari, la costituzione andrebbe, in parte, ridiscussa perché sta invecchiando male.

Insomma, lungo queste direttrici si è svolto un mio viaggio in treno con un giovane virgulto della sinistra vera ma post ideologica, appunto. Quella che preferisce la purezza delle idee, intangibili e immutabili, al sudiciume della azione che ti sporca e ti lascia talvolta insoddisfatto.

E osservando la foga oratoria del mio giovane amico ho pensato ad una frase di Mauro Rostagno: “ Non ho cercato di rimanere fedele. Io credo di essere stato molte volte infedele alle mie idee, per fortuna…insomma di essere rimasto coerente con me stesso, non alle mie idee, devo dire. Queste le ho cambiate molto spesso”.