Sono passati 7 anni dall’omicidio della giornalista della Novaja Gazeta, Anna Politkovskaja, assassinata il 7 ottobre del 2006 nell’androne del suo palazzo, nel pieno centro di Mosca, mentre rincasava dalla redazione. Sette anni ci sono voluti perché nella capitale russa, nonostante gli intralci burocratici, sulla sede del giornale di Anna, fosse affissa una targa per ricordare il suo coraggio. Opera che raffigura tre fogli strappati da un’agenda e ricoperti da appunti, con sopra un ritratto di Anna. Donna fragile solo in apparenza, che però non si è fermata davanti alla paura e ha continuato a raccontare “La Russia di Putin” – così si chiama uno dei suoi libri più famosi – e le violazioni dei diritti umani durante le azioni militari russe in Cecenia.
Il monumento è stato inaugurato nella ricorrenza dell’omicidio di Anna, i cui mandanti non sono mai stati scoperti. I colleghi della redazione e i figli di Anna, come anche i suoi lettori e tante personalità di spicco che le erano vicine, si sono radunati in Potapovskij pereulok, la via dove si trova la sede della Novaja Gazeta, per ricordare la cronista uccisa. “Anna era da sola contro il sistema”, dice l’architetto Petja Kozlov, uno dei due giovani artisti che hanno realizzato la targa. Sistema che l’ha voluta far fuori.
Ma finora non ci sono i colpevoli. Sul banco degli imputati sono finiti solo i presunti esecutori e organizzatori dell’omicidio, ma non chi ci sta dietro. L’unico condannato per l’assassinio è l’ex poliziotto Dmitrij Pavljuchenkov, che ha collaborato con gli investigatori, confessando di aver pedinato Anna. Condannato a 11 anni di reclusione e mandato frettolosamente in carcere, non ha mai fatto, però, il nome del mandante. Mentre da poco è iniziato il nuovo processo contro altri cinque imputati, tra cui il presunto assassino di Anna, Rustam Makhmudov. In parte le persone che si trovano oggi sul banco degli imputati sono stati assolti nel precedente processo del 2008-2009.
Non solo in Russia, ma anche in tutto il mondo, Italia compresa, è stata ricordata la giornalista russa uccisa. A Milano l’associazione Annaviva e Libreria Popolare depongono una corona di fiori nel giardino Anna Politkovskaja, in zona corso Como-porta Garibaldi, inaugurato nel giugno scorso, mentre nella Libreria Popolare di via Tadino è stato proiettato il documentario Anna Politkovskaja, una donna armata solo della sua penna di Silvia Pelliccioni. In serata le letture di testi scritti da Anna Politkovskaja.