Il primo cittadino di Casteldici, Mario Fortini, è stato condannato in primo grado per i presunti abusi sessuali a danno di una minorenne sua parente e per detenzione di materiale pedopornografico. Nel corso delle indagini aveva scritto sulla pagina Facebook: "Scuse e malversazioni ignobili"
Il sindaco di Casteldelci in provincia di Rimini, Mario Fortini, è stato condannato in primo grado a 7 anni di reclusione per i presunti abusi sessuali a danno di sua parente minorenne e per detenzione di materiale pedopornografico. Il processo si è tenuto la scorsa settimana con il rito abbreviato e il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Bologna, Bruno Perla ha di fatto accolto le richieste del pubblico ministero Simone Purgato. Il primo cittadino del comune in Val Marecchia, tuttora sospeso dalla carica perché agli arresti domiciliari (è ospite in una comunità), è ancora però formalmente alla guida del Comune che conta appena 450 abitanti ed è il più a sud dell’Emilia Romagna. Tra le pene accessorie c’è anche quella dell’interdizione dai pubblici uffici.
A dicembre 2012 i carabinieri avevano arrestato Fortini al termine di una indagine iniziata nell’agosto dello stesso anno. Tutto era partito dalla denuncia di abusi sessuali subiti da una bimba, parente di Fortini, da quando questa aveva 4-5 anni fino ai 15 anni. Dal lavoro degli uomini dell’Arma era emerso che la minore per circa dieci anni era stata costretta a subire atti sessuali all’interno della casa di Fortini e qualche volta anche all’aperto. L’indagine era stata inizialmente seguita dalla procura della repubblica di Rimini, ma poi a settembre 2012, dopo le perquisizioni nell’abitazione e negli stessi uffici del municipio, era stato rinvenuto materiale pedopornografico. La competenza per quel tipo di reato a quel punto è passata alla procura distrettuale, cioè a quella di Bologna.
Nell’estate del 2012 Fortini – che si è sempre strenuamente difeso dalle accuse fino al punto di decidere di non dimettersi – si era separato dalla moglie, che ha una figlia avuta da una precedente relazione. Nel corso delle indagini, dopo la perquisizione dei carabinieri del 6 settembre, aveva scritto sulla sua pagina Facebook: “Scuse e malversazioni ignobili e false tutto frutto di una bruttissima separazione da mia moglie. Non sono un tipo che molla, soprattutto quando mi sento perfettamente a posto con la mia coscienza, ma sono anche determinato a non farmi calpestare. Ho piena fiducia nella giustizia. Serenità totale”. E poi, di fronte al paesino sotto choc, il primo cittadino aveva ribadito ancora: “Se questa deve essere una croce la porteremo con serenità, ma auguro a chi me l’ha tirata la stessa situazione”.
“Attendiamo le motivazioni della sentenza e valuteremo se e come fare appello”, ha detto Antonio Zavoli, avvocato di Fortini.