Lo Stato deve ancora versare all’Anas, gestore pubblico della rete stradale e autostradale italiana, contributi pari a circa 850 milioni di euro e se i pagamenti ”dovessero essere ulteriormente posticipati”, il gruppo “si troverebbe a breve impossibilitato a far fronte ai pagamenti verso appaltatori e fornitori per lavori già eseguiti”. E’ l’appello fatto dal presidente Pietro Ciucci in un documento alla Camera secondo cui per completare i restanti 58 chilometri della Salerno-Reggio Calabria sono ad oggi ancora necessari 3,1 miliardi di euro. L’autostrada, facendo un rapido calcolo, costa quindi oltre 53mila euro al metro.
Le conseguenze, spiega Ciucci nella memoria depositata, sarebbero dunque “inevitabili in termini di avanzamento lavori, di oneri e interessi di mora, di tensione finanziaria e sociale, visti gli effetti che ne deriverebbero sull’indotto delle imprese coinvolte nella realizzazione dei lavori su tutto il territorio nazionale”. Inoltre, prosegue, “essendo l’Anas una società per azioni, il permanere di situazioni in cui, non ricevendo i contributi ad essa spettanti, non vengono conseguentemente onorati i debiti verso terzi, potrebbe portare a situazioni di criticità finanziaria“.
Il gruppo propone dunque di “individuare un meccanismo che consenta di disporre, in via autonoma, di risorse ragionevolmente certe e programmabili” e si dice “pronto a rafforzare il proprio ruolo di concessionaria di una rete stradale e autostradale strategica, sempre più operatrice sul mercato delle infrastrutture”. Pertanto “appare indispensabile il consolidarsi di indirizzi strategici da parte del Governo che possano consentire all’Anas di superare le criticità attinenti il finanziamento delle attività di investimento”. In particolare, Ciucci parla della necessità di avvicinare la società al mercato, attraverso l’apertura del capitale ai privati o l’emissione di prestiti obbligazionari.
Nel 2007-2009 l’Azienda nazionale autonoma delle strade ha ricevuto mediamente contributi per circa 1,3 miliardi l’anno, mentre nei successivi esercizi le risorse assegnate sono state di circa 300 milioni l’anno, perciò “al fine di proseguire nell’obiettivo di ammodernare la rete infrastrutturale del nostro Paese si auspica che alla società vengano destinate nuove risorse in linea con quanto avvenuto negli esercizi 2007-2009”, si legge ancora nella memoria.
Alla richiesta di ulteriori dettagli, il presidente del gruppo ha detto che l’apertura al capitale attraverso una forma di “privatizzazione può essere un obiettivo di medio periodo” e che un’altra opzione possibile è “l’emissione di un prestito obbligazionario”. Il tutto, ha aggiunto, per “realizzare più opere a vantaggio del Paese”.