Prima di tutto: c’è Milano. Quella dello sport e dell’Arena civica (“la scala dell’atletica milanese”), quella colorata, caotica e misteriosa di Chinatown, quella che rimonta rabbiosa dalla periferia. Quella partigiana e fascista. La Milano degli scioperi del 1919 e quella di villa Triste. C’è il passato, il racconto, il ricordo per quegli “aguzzini” che “vivono al piano di sopra, tra caviale e champagne” e “i torturati di sotto, ammassati l’uno sull’altro. I primi di giorno vagano per la città in cerca di partigiani, i secondi di notte sono torturati in orge sadiche. Gli uomini della banda sono biscazzieri, puttanieri, criminali di ventura, avanzi di galera, pervertiti col mito della violenza”. C’è l’orrore della banda Koch e il macabro primato dell’omicidio nazifascista da contendere alla Legioni Muti. E poi c’è il presente. La Milano degli scandali, dei politici “intrallazoni”, dei garbugli per ingrassare la borsa.
E dentro questa Milano oggi c’è un nuovo protagonista, un investigatore privato che vive in periferia (al Lorenteggio) e gira la città in vespa. Baffoni e mosca sul mento, alto, magro. Per questo lo chiamano “il Zappa” come Frank Zappa. Del passato non parla, ma nemmeno lo rinnega, anarchico lo è da sempre nonostante le robuste sconfitte. E un po’ ricorda il Duca Lamberti di Scerbanenco, il medico radiato per aver praticato l’eutanasia, ma anche il commissario Ambrosio di Renato Oliveri. Anche se poi alla fine Zappa resta Zappa e dai microfoni della radio conduce Krimilania, racconta la città, le sue voragini, i delitti e le pene dei dimenticati. Doppio lavoro, dunque. Da un lato star dell’etere e dall’altro titolare della Zappa Investigazioni. Alle prese con un omicidio. Niente meno. All’Arena di Milano, negli uffici della segreteria c’è il cadavere di Francesca, ex atleta con qualche rivincita da prendersi. Eccolo, allora, l’incipit del romanzo I Fantasmi dell’Arena, opera prima di Matteo Lunardini, giornalista e scrittore di professione, interista da sempre. Il libro, edito da Le Milieu, sarà presentato giovedì 10 ottobre 2013 alle 18 e 30 all’Arena nella sede della Fidalmilano.
Il menu è vario, come da tanto tempo non si trovava in un romanzo giallo. Che forse è noir, ma anche no. Perché alla finzione affianca la tragedia della realtà. I ragazzi fucilati dai nazisti davanti all’Arena, ad esempio. Quaranta su trecento come ricorda Elio Vittorini. E racconta Lunardini dando voce a uno di quei martiri che davanti ai carnefici così ragiona: “Solo in questo momento mi rendo conto che chi ha come unica colpa le proprie idee non ha mai da recriminare, né da pretendere necessariamente un avvenire migliore, ma può consolarsi con il fatto che le idee abbisognano sempre di sangue per resistere ai periodi bui”. Questo il sotto testo che scorre per le 160 pagine del libro.
E poi ci sono i personaggi da osservare sulla scena, da interpretare nelle movenze. Come l’assessore allo Sport Alan Sesterzi che tanto assomiglia a un politico reale che bada più alla giacca che al mestiere. Veste alla moda ed è sempre ben pettinato. E in fondo ricorda Pietro Koch che “indossa un doppiopetto blu attillato, una camicia di seta bianca a collo alto, una cravatta di raso lucido e scarpe nero fiammante. Alle mani porta guanti scamosciati, la piega dei capelli è perfettamente tenuta da chili di brillantina e intorno a lui diffonde un profumo di colonia da signori, di sicuro comprata alla borsanera”.
Poi c’è la storia. L’omicidio di Francesca, giovane segretaria ed ex atleta. Uccisa pochi minuti dopo un incontro in sala Appiani all’Arena. Zappa è convocato per risolvere il caso di alcune targhe trafugate. Francesca prova a incontrare Zappa, ma il detective è impegnato nel sedare una rissa tra ex fascisti ed ex partigiani. Sarà l’investigatore a trovare il cadavere. Da qui parte tutto. Zappa indaga e si confronta con l’amico giornalista. Si scontra con il pubblico ministero incaricato dell’indagine. Si confronta e si accompagna con il suo bracciodestro Renzo De Predis, un vecchio attore del cinema famoso per essere un instancabile scansafatiche. Il resto è tutto da leggere. Tenenedo conto che come nella migliore tradizione dei romanzi gialli non tutto è come sembra.