Per la galassia maschile austriaca di estrema destra è una piccola rivoluzione, che infastidisce più di uno. Ma ormai il dado è tratto: Alleanza per il futuro dell’Austria (BZÖ), il partito fondato da Jörg Haider nel 2005, è guidato un leader apertamente gay. E oggi pone fine a decenni di omertà. Perché se i gay sono sempre stati numerosi nella politica austriaca, nessuno di loro ha mai avuto il coraggio di ammetterlo apertamente, tranne poche eccezioni. Men che mai nelle fila dell’estrema destra tra i cosiddetti “ragazzi di Haider”.

Classe 1977, Gerald Grosz è diventato il numero uno del Bzö in Stiria, deputato al Parlamento e vicecapogruppo. E lo scorso maggio si è unito in matrimonio a Thomas R. nel municipio di Graz, con cui vive all’interno di un attico ai piedi del monte Schlossberg, ufficializzando di fatto la propria relazione. L’ingresso nel Partito per la Libertà (FPÖ ) di Jorg Haider è datato 1992, fino a diventare sette anni dopo dirigente del partito stesso. E’ quello l’anno della consacrazione, che lo porta ad affiancare lo staff di due pezzi da novanta della politica austriaca come Beate Hartinger e Herbert Haupt, anticamera ad un altro incarico che gli ha consentito di toccare con mano la macchina amministrativa dello Stato: portavoce del del Ministro degli Affari sociali e poi Vice Cancelliere Herbert Haupt. Altra tappa significativa della sua carriera è la convention fondativa della Bzö a Stiria celebrata il 5 Giugno 2005. Grosz viene eletto su proposta del capo del BZÖ Jörg Haider, e diventa il primo presidente dell’Alleanza Stiria con consenso unanime.

Dalle colonne del quotidiano austriaco News At, Grosz ammette che il suo era sempre un segreto di Pulcinella. “Sono entrato nel partito come un 14enne che si affaccia sul ring della gioventù liberale, quando ne avevo 17 anche il mio orientamento sessuale era apparentemente stabilizzato”. Ora l’orizzonte è la famiglia, su cui il politico che ha fatto outing ha una sua teoria: “Dappertutto, dove regna l’amore, si trova la famiglia. Ma i bambini no, non potrebbero inserirsi nei nostri progetti di vita”.

Il leader dell’estrema destra “segue” a ruota altri politici austriaci, come Ulrike Lunacek, eurodeputata dei Verdi, dichiaratamente lesbica, ma non sposata; Marco Schreuder, membro del Bundesrat sempre per i Verdi. E diventa de facto il primo ad infrangere, da destra, il muro dell’ipocrisia e anche del razzismo a sfondo sessuale, in una democrazia caratterizzata da una atavica resistenza sul versante dei diritti civili. E soprattutto all’interno del serbatoio sociale della FPÖ e BZÖ, dove l’omosessualità è sempre stata considerata un tabù. Il motto dei due movimenti era: “Ognuno può saperlo, ma nessuno dovrebbe far sapere di sapere”. Omertà allo stato puro, ma solo fino a ieri.

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