Gli 80mila studenti degli istituti meneghini non hanno gradito il pasto privo di proteine di origine animale. Un "insuccesso prevebile" per l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, mentre Anna Delvecchio, presidente di Milano Ristorazione, afferma che si è trattato di un'iniziativa "per diffondere una cultura dell’integrazione". Il 27 novembre nuova sperimentazione: è la volta della cucina mediorentale
Ammettiamolo, i “principi etici” in fatto di cibo non sono proprio i punti fermi dei bambini dai 6 ai 12 anni e in molti casi, neanche degli adulti. Lo testimonia, in parte, il flop del menu vegano sperimentato lo scorso 1 ottobre nelle mense delle scuole pubbliche di Milano in occasione della Settimana Mondiale Vegetariana e Vegana: per un giorno niente pasta al pomodoro né hamburger ma un primo a base di grano saraceno condito con crema di zucca e zucchine, un’insalatina di tofu con salsa di soia e per dolce un muffin alla carota.
La stragrande maggioranza degli 80mila studenti – tra scuole materne, elementari e medie – che hanno partecipato alla pausa pranzo priva di carne, pesce, latte e uova, non ha gradito il cambio di piatto, reazione che ha contribuito a generare nuove polemiche sull’iniziativa sostenuta dal Comune meneghino. I genitori che erano sul piede di guerra ancor prima che il pasto alternativo si consumasse, hanno rincarato la dose e al coro si è unito anche l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava che ha definito l’evento “un insuccesso prevedibile che ha solo portato ad un enorme spreco di cibo”.
La scelta di un’alimentazione vegana, che coinvolge un numero sempre più vasto di persone, esclude totalmente l’uso di prodotti animali e loro derivati. In linea generale, si può dire che alla base di questo stile di vita ci siano scelte più etiche e filosofiche che salutistiche. Come ha dichiarato il presidente di Milano Ristorazione, Anna Delvecchio, il Comune di Milano ha sostenuto questa iniziativa con lo scopo di “diffondere una cultura dell’integrazione anche sotto il profilo alimentare, spiegando ai nostri scolari che anche a tavola si possono fare nuove esperienze e conoscersi in modo amichevole”. E a ragione, viste l’apertura mentale e la curiosità innate dei bambini.
Eppure il pranzo vegano non è piaciuto, probabilmente troppo distante dall’alimentazione tradizionale a cui sono abituati i bambini italiani. Non resta che aspettare il prossimo pranzo sperimentale in programma nelle mense scolastiche di Milano il 27 novembre per vedere quale sarà la reazione davanti ad un piatto di falafel e alla crema di ceci con tahine. La cucina stavolta sarà quella mediorientale. I bambini ebrei e musulmani la conoscono bene. Forse perché sono più numerosi dei vegani.
di Emanuela Mei