Il mare continua a restituire i corpi dei migranti morti nel naufragio dello scorso 3 ottobre a Lampedusa. I sommozzatori hanno recuperato altri 28 cadaveri e il conto delle vittime sale a 339, ma potrebbe non fermarsi qui: la stima più bassa riferita da alcuni dei 155 sopravvissuti, parla di 518 migranti a bordo del barcone colato a picco davanti a Cala Croce; la più alta di 545. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), sarebbero tra 50 e 70 i corpi delle persone ancora da recuperare.
L’immane tragedia di una settimana fa non ferma i barconi: i migranti salvati nelle ultime ore nel Canale di Sicilia sono 503, soccorsi in cinque distinte operazioni coordinate dalla centrale operativa della Guardia costiera, nel giorno in cui la Dda di Palermo ha aperto un’indagine sul naufragio del 3 ottobre e avrebbe i nomi di alcuni componenti del cartello criminale dei trafficanti; e sempre oggi il Gip di Agrigento, Alberto Davico, ha confermato il fermo del tunisino Khaled Bensalam, 35 anni, il presunto scafista del barcone della morte. E venerdì sera nelle acque maltesi un barcone si è rovesciato facendo registrare l’ennesimo dramma.
Intanto, dal Quirinale arrivano parole di encomio per i soccorritori: “L’abnegazione, la professionalità e la generosissima partecipazione umana dimostrate da tutto il personale impegnato in una tra le più drammatiche e sconvolgenti vicissitudini degli ultimi anni fanno onore alle istituzioni e all’Italia”, scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio al vicepremier Angelino Alfano. E il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che ha incontrato pala Francesco, ha parlato con il pontefice della tragedia di Lampedusa e invocato “un’urgente e nuova strategia Ue sull’immigrazione“.
Nulla sembra dissuadere i mercanti di morte, neanche le quasi proibitive condizioni meteo: oggi il vento da sud, con forti raffiche di libeccio e scirocco, ha ingrossato il mare nel canale di Sicilia e fatto registrare a Lampedusa un picco termico superiore a 35 gradi; mentre nell’hangar del piccolo aeroporto dell’isola, bare si aggiungono a bare, in attesa di sepoltura. “Non ho avuto ancora alcuna informazione sui funerali di Stato, che certo non rappresentano una priorità – dice il sindaco Giusi Nicolini -. Abbiamo il problema di reperire i camion frigoriferi dove custodire le bare. E i familiari delle vittime, molti dei quali sono venuti qui a Lampedusa, attendono di conoscere dove saranno seppelliti i loro cari. Sono queste le priorità”, insieme alle condizioni del centro d’accoglienza dell’isola, che dispone di soli 250 posti letto. Oggi il numero degli ospiti è calato, ma ne restano 514, dopo il trasferimento di 140 persone, compresi 39 minori.
Le 339 bare verranno imbarcate venerdì notte sulla nave militare “Cassiopea” per essere trasferite a Porto Empedocle (Agrigento) dove giungeranno sabatomattina.