Come Yulia Timoshenko. Si vede così Silvio Berlusconi. “Putin mi aveva avvertito…” ha detto sconsolato incontrato gli europarlamentari a Palazzo Grazioli. “I miei avvocati dicono che il mio futuro è infausto – ha spiegato a chi c’era – Mi faranno marcire in galera. E come ci dimostra il caso Timoshenko, dopo molte manifestazioni alla fine anche la ribellione contro queste vicende si placa”. Il ragionamento del Cavaliere è sempre lo stesso: lo stanno eliminando, dice, per via giudiziaria. “Non mi sono mai fatto illusioni sulla comprensione della sinistra, io non ho mai chiesto nulla, contro di me si sta portando a termine una operazione che comporta una lesione della democrazia”. L’ex presidente del Consiglio ha ripetuto che in Giunta per le elezioni – dove si è votata la sua decadenza da senatore – si sta compiendo una forzatura. Yulia Timoshenko è l’ex primo ministro dell’Ucraina in carcere da oltre due anni dopo aver perso le elezioni. Prima di guidare il governo la Timoshenko è stato il volto della Rivoluzione Arancione che aveva tra gli obiettivi la lotta alla monopolizzazione del potere politico ed economico da parte dei principali clan oligarchici oltre all’avvicinamento all’Unione Europea.
Berlusconi è apparso quasi sconsolato, oltre che arrabbiato. “Tra pochi giorni non sarò più un uomo libero. Mi vogliono arrestare, mi vogliono fare andare in galera e voi mi parlate di congresso?”. Anche ieri il Cavaliere non aveva fatto nulla per nascondere il suo cattivo umore. Di fronte all’insistenza di Fitto di far saltare la segreteria di Alfano, Berlusconi è sbottato: “Mi vogliono sbattere in galera e per voi il problema è il congresso?”. Eppure non avrebbe risparmiato critiche ad Angelino Alfano e ai ministri Pdl: “I ministri non li ho scelti io, io ho scelto solo Alfano”. E sulla riforma della giustizia ha dato la colpa di nuovo a Casini e Fini e alla magistratura: “Il Parlamento non può fare una legge se la magistratura non avalla – ha detto – I parlamentari prestano infatti attenzione perché è la magistratura a proteggere la loro libertà”.
Berlusconi ha parlato anche del presente e del futuro del partito, Pdl o Forza Italia che sarà. L’ex presidente del Consiglio – riferisce chi ha partecipato all’incontro – non ha nascosto la sua amarezza per le divisioni nel partito. “Se ci dividiamo adesso, rischiamo di fare il gioco della sinistra…”. Per il Cavaliere una rottura adesso non conviene a nessuno e “Alfano e Fitto sanno che è meglio restare uniti. E’ il momento di deporre le armi”.
Per il leader del Pdl “è assurdo dividersi adesso. Io faccio il possibile per tenere unito il partito, ma l’impossibile non riesco a farlo…”. Nel pieno delle tensioni tra alfaniani e lealisti, il Cavaliere avrebbe confidato a chi lo ha incontrato a Palazzo Grazioli che sarebbe un errore spaccare il partito: è amareggiato e infastidito dalle beghe interne, ma anche consapevole che non potrà certo trattenere chi ha già deciso di abbandonare l’ovile. “Se qualcuno ha già deciso di andar via, come faccio a impedirglielo? Chi vuole lasciarci, si assumerà le sue responsabilità”. Berlusconi nelle prossime ore vedrà Angelino Alfano ed è convinto che quest’ultimo e Raffale Fitto non vogliano rompere sul serio, perché una spaccatura indebolirebbe la coalizione di centrodestra e non converrebbe a nessuno in questo momento. Nel frattempo il Cavaliere sembra aver fatto una sorta di ricognizione tra le varie anime del centrodestra. Dopo aver incontrato Francesco Storace, leader della Destra, è stata la volta oggi di una delegazione di Fratelli d’Italia con La Russa, la Meloni e Crosetto.