Cronaca

Terremoto in Molise: centinaia di famiglie ancora sfollate dal 2002

Nel sisma persero la vita trenta persone. Tuttavia, dopo undici anni, la ricostruzione è ancora lontana. Su circa 3mila molisani che dovettero abbandonare le proprie abitazioni, ad oggi solo poco più della metà è riuscita a tornare a casa

Sono passati undici anni dal tragico terremoto che colpì il Molise, nel quale persero la vita 27 bambini della scuola Francesco Iovine di San Giuliano di Puglia e la loro maestra. In tutto, ci furono trenta vittime. Ma la ricostruzione è ancora lontana. Infatti, è complessivamente ferma al 35%. In alcuni casi, come Provvidenti (il più piccolo paese del Molise) e Rotello, addirittura al 13% e al 17%. E dei circa 3mila molisani che dovettero abbandonare le proprie abitazioni, dopo la violenta scossa di magnitudo 5.4 della scala Richter del 31 ottobre 2002, ad oggi sono poco più della metà i “fortunati” rientrati a casa.

Le persone ancora “senza tetto” infatti sono 1206. Per l’esattezza, nei paesi del cratere sismico, 316 vivono in chalet di legno e 512 in autonoma sistemazione. Fuori dal cratere invece sono 48 le persone sistemate in villaggi provvisori e 330 quelle che abitano in case in affitto. Sono i dati diffusi dal consigliere regionale delegato per la ricostruzione post terremoto, Salvatore Ciocca. “I numeri raccontano un’altra verità, diversa da quella che ci hanno fatto ascoltare in questo decennio”, sottolinea Ciocca riferendosi evidentemente all’ex governatore e commissario straordinario post sisma, Michele Iorio. Lo stesso che venne accusato, e successivamente prosciolto, di aver allargato arbitrariamente “per vantaggi elettorali” il cratere sismico.

“Le situazioni che vengono quotidianamente alla luce – prosegue il consigliere regionale delegato per la ricostruzione – offrono una visione complessiva della vicenda ricostruzione che conferma quello che abbiamo denunciato quando eravamo minoranza e che oggi abbiamo il dovere di risolvere”. “Impensabile non consegnare i rendiconti di spesa”, denunciava nel 2010 il consigliere regionale Pd Michele Petraroia. Oltre 850 milioni di euro sono stati finora erogati per la ricostruzione. Di questi, 220 soltanto per far risorgere San Giuliano di Puglia, paese di appena mille abitanti simbolo di quel sisma, e dotarlo di un centro polifunzionale con laboratori, piscina olimpionica e palazzetto dello sport. “Circa 600 milioni sono stati invece spesi negli altri comuni dove si sono registrati danni”, fa sapere il neo governatore Paolo Frattura. Eppure, nonostante questa valanga di soldi, più di 500 famiglie sono ancora da considerarsi sfollate. Per riportarli a casa e concludere il capitolo della ricostruzione post sisma è necessaria una nuova iniezione di liquidità: altri 92 milioni di euro, fondi della delibera Cipe del 2011, che verranno sbloccati con ogni probabilità già mercoledì prossimo con la firma dell’accordo di programma da parte della Regione Molise e del Ministero dello Sviluppo economico.