The Independent mette sotto accusa la meflochina, contenuta nel farmaco somministrato a 2500 uomini delle truppe inglesi impegnati in zone di guerra. Per il servizio sanitario britannico è una sostanza "efficace", ma un colonnello rivela: "Esistono alternative meno pericolose". L'Aifa: "Può indurre disordini"
Soldati che, per non prendersi la malaria sui luoghi di guerra, prendono una pastiglia e cominciano ad avere allucinazioni, a sentire “voci dentro la testa” e a entrare in depressione. È bastata un’inchiesta del quotidiano britannico The Independent per far tornare l’attenzione su un medicinale antimalarico usato dall’esercito britannico e che, secondo le accuse, potrebbe causare in alcuni casi malattie psichiatriche. Almeno 2500 militari, secondo il giornale, sarebbero a rischio a causa della meflochina, componente principale del Lariam, che negli Stati Uniti – Paese in cui l’esercito lo ha vietato – è stato ricollegato a suicidi e omicidi fra le truppe.
La meflochina, tuttavia, viene presa ogni giorno anche da migliaia di turisti che vanno in zone dove la malaria è endemica. E l’ente che si occupa di questa malattia per il servizio sanitario britannico ha fatto sapere: “La malaria continua a essere una malattia comune, prevenibile ma anche pericolosa per la vita umana. Noi regolarmente controlliamo l’efficacia e la sicurezza di tutti gli antimalarici. La meflochina è un medicinale molto efficace e non siamo a conoscenza di nuove informazioni che alterino la nostra classificazione di questa sostanza”. Ma un ex medico militare, il colonnello Ashley Croft, ha fatto partire la nuova inchiesta del quotidiano britannico. Al quale ha detto: “Negli ultimi dodici anni ho detto al ministero della Difesa che questo medicinale è pericoloso. Molte persone lo prendono senza avere effetti significativi. Ma in altre persone può causare effetti psicotici e, siccome esistono alternative molto meno pericolose, non vedo il perché non possano essere utilizzate. Ma le mie parole finora sono rimaste inascoltate”.
Poco importa se anche la Food and drug administration (Fda)– l’ente statunitense per il controllo delle medicine e del cibo – lo abbia sconsigliato fortemente a chi soffre di depressione. “Noi continueremo a prescriverlo – ha fatto sapere ieri il ministero della Difesa britannico – e abbiamo un sistema di controllo degli effetti collaterali molto stringente, così eventuali problemi emergerebbero in tempi veramente brevi. Del resto, la meflochina è solo uno dei tanti agenti che viene usato per la prevenzione e viene prescritta solo in determinati casi, per assicurare che il trattamento sia veramente efficace”. Negli Stati Uniti, la Fda ha rivisto la sua classificazione di questa medicina lo scorso luglio, parlando di effetti collaterali molto pesanti e ricollegabili a veri e propri episodi psicotici. La sostanza fu anche ricollegata alla strage effettuata da un soldato americano che nel 2012 uccise 16 civili in Afghanistan, la stampa americana ne scrisse ampiamente e mai arrivarono smentite.
Anche in Italia, tuttavia, qualcosa inizia a muoversi. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lo scorso giugno ha rilasciato una nota informativa: “(La meflochina) può indurre disordini neuropsichiatrici potenzialmente gravi. Le più comuni reazioni neuropsichiatriche alla meflochina includono sogni anomali, insonnia, ansia e depressione. Sono stati inoltre riferiti allucinazioni, psicosi, suicidio, pensieri suicidi e comportamento autolesionista”. Ancora, continua la nota dell’Aifa (che è l’autorità nazionale competente per l’attività regolatoria dei farmaci in Italia): “La meflochina deve essere interrotta immediatamente e sostituita con un altro medicinale per la profilassi antimalarica. È necessario avvisare i pazienti che qualora durante la chemioprofilassi con meflochina manifestassero una reazione neuropsichiatrica, dovranno smettere immediatamente di assumere la meflochina e rivolgersi con urgenza a un medico”.