L’impegno è evidente. Non è semplice organizzare un’intervista a un potente, porre una domanda innocua, e sopportare un soliloquio di due minuti. Nonostante lo sforzo, e la mirabile fiducia di viale Mazzini, il settimanale2Next Economia e Futuro di Annalisa Bruchi su Rai2 passa inosservato. L’ultima puntata con il viceministro Antonio Catricalà e Cesare Romiti, e una serie di riflessioni profonde offerte al pubblico (tipo, “Vediamo dove vanno i vostri soldini”), ha rosicchiato 2,6 punti di share e neanche 250.000 telespettatori. Come se a un certo punto, la seconda rete, che veleggia verso il 7%, si fosse schiantata contro uno scoglio.

Ma la Rai custodisce e protegge la giornalista Bruchi, che fu allevata da Giovanni Minoli, che poi collaborò con Maurizio Costanzo e addirittura Myrta Merlino e Domenica In. Bruchi è la moglie di Mario Valducci, tra i fondatori di Forza Italia, cinque legislature in Parlamento, ex sottosegretario nel governo di Silvio Berlusconi. No, i meriti (o le colpe) dei mariti non cadano sulle moglie, per carità. Ma neanche le notizie delle mogli siano d’aiuto ai mariti. Perché una memorabile intervista al ministro Maurizio Lupi (Trasporti), datata 11 luglio, nonostante il programma ne sia spesso privo, produsse una meravigliosa notizia, almeno in casa Bruchi-Valducci.

La conduttrice chiese con insistenze a Lupi il destino di una nuova Autorità, quella dei Trasporti, che i tecnici di Mario Monti avevano accantonato. Lo mise in un angolo: “La fate o non la fate?”. Mai vista tanta rabbia agonistica in televisione. Lupi rispose affermativo. Ma Bruchi non era soddisfatta, pretendeva precisione, certezze: “La farete o darete i nomi?”. E Lupi, gentilmente, si spinse oltre: “Il governo farà la sua terna, poi il Parlamento dovrà approverà”. Passano venti giorni e Valducci, che era in corsa da mesi per un posto all’Autorità, finì proprio nella terna di Lupi e Letta. Coincidenza. Null’altro. Ma coincidenze curiose.

2Next Economia e Futuro era un esperimento, poteva durare soltanto le 8 puntate di maggio e giugno: inizio estate, il palinsesto è più abbordabile. Ma il settimanale non ha funzionato: media share di 3,48 punti, 254.000 telespettatori. Bruchi trascorre indenne l’estate e e ritorna in autunno. La trasmissione viene migliorata. Vengono arruolati tre giornalisti-consulenti: Aldo Cazzullo (Corriere della Sera), Riccardo Luna (Repubblica ) e Mario Sechi. I tre firmano rubriche, aiutano. C’è anche Dario Vergassola. Ancora nulla. Anzi peggio. La media autunnale lamenta uno share del 2,9%. Il programma ha un costo notevole: 70mila euro. E incassa quasi zero di pubblicità. Per undici puntate, viale Mazzini ha sborsato 770mila euro. Certo, il servizio pubblico non deve guadagnare con l’informazione o l’approfondimento, anche se c’è chi riesce a far guadagnare questa e le altre aziende proprio con l’informazione e l’approfondimento. Però, ci fosse almeno un po’ di pubblico. Qualcuno interessato. A parte Valducci, se l’ospite è Lupi.

da Il Fatto Quotidiano, 13 ottobre 2013

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