La holding che controlla la compagnia di bandiera inglese muove una dura critica contro il piano di salvataggio di Alitalia: "Aiuto manifestamente illegale". E Antoine Colombani, portavoce della Commissione per le politiche competitive, fa sapere: "Aspettiamo che le autorità italiane ci notifichino le misure"
Nelle ore decisive per il salvataggio Alitalia, British Airways fa appello a Bruxelles contro l’ingresso delle Poste nel capitale della compagnia italiana. E l’Unione europea immediatamente fa sapere che verificherà se il piano è conforme alle regole: “Ci aspettiamo che le autorità italiane notifichino le misure alla Commissione”, ha spiegato Antoine Colombani, portavoce della Commissione per le politiche competitive. “Solo dopo aver ricevuto la notifica del piano potremo valutare la sua compatibilità con le regole sugli aiuti di Stato”. Il vettore anglosassone, controllato dalla public company Iag, aveva chiesto a Bruxelles di intervenire contro un salvataggio che si configura come aiuto di Stato. “Siamo sempre stati contrari ad ogni forma di aiuto pubblico. E’ protezionismo. Mina la competizione e favorisce quelle compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realta’ economica” hanno fatto sapere dalla Iag, gruppo che oltre a British Airways controlla anche le spagnole Ibera e Vueling. “Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga immediatamente per sospendere questo aiuto manifestamente illegale” hanno aggiunto dalla Iag.
A Londra insomma la scusa delle sinergie industriali fra i quattro aerei della Mistral air, che fa capo a Poste Italiane, e l’Alitalia, utilizzata proprio per aggirare l’ostacolo degli aiuti di Stato, non sembra affatto credibile come del resto testimonia anche il giudizio della testata economica inglese Financial Times che ha definito il salvataggio Alitalia un “passo falso” del premier Enrico Letta con un ritorno di moda del protezionismo.
I delicati equilibri costruiti da Letta, assieme all’attuale ad di Poste, Massimo Sarmi, rischiano quindi di incorrere nelle ire di Bruxelles aprendo un nuovo fronte di scontro. Uno scenario, quello di una eventuale indagine comunitaria sul salvataggio targato Poste, abbastanza verosimile se si pensa che la visione britannica coincide anche con quella dell’ex premier, nonché Commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti.
Per l’ex premier, che ha definito “curioso l’intervento di capitale pubblico attraverso le Poste”, bisogna evitare il “colbertismo de noiarti”. Per questo l’ex premier ha invitato l’esecutivo italiano a “non ripetere gli errori del passato” quando, fra l’altro, furono incentivati “improbabili investitori italiani ad uniti” nella cordata “uniti in una crociata capace di gestire un complicatissimo business come quello del trasporto aereo”. Un gruppo di patrioti, come li defini’ l’ex premier Silvio Belusconi, messi assieme, nel 2008, da Banca Intesa all’epoca guidata da Corrado Passera, destinato poi a diventare, proprio nel governo di Mario Monti, Ministro dello Sviluppo Economico.
Rimane ancora il punto interrogativo sull’intervento di Air France-Klm alla manovra per salvare la compagnia aerea italiana. Secondo quanto riportato da Les Echos, dopo l’appoggio di Poste Italiane il gruppo transalpino esige unaristrutturazione del debito. “Non si tratta di un piano definitivo – si legge nel quotidiano francese, che cita una fonte vicina al dossier – bisogna ancora trovare un accordo sulla ristrutturazione del debito e la revisione del piano industriale“. Nonostante le pressioni del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che ha vivamente invitato Air France-Klm (azionista al 25%) a sottoscrivere la sua quota di 75 milioni di euro, Les Echos rimarca che il gruppo franco-olandese ha intenzione di utilizzare il termine di un mese previsto dagli accordi per aderire al piano o diluire la propria quota all’11%. “Abbiamo approvato il piano che va nella direzione giusta, ma rimane insufficiente”, aggiunge la fonte. La ristrutturazione del debito (per oltre un miliardo di euro) resta un requisito indispensabile per qualsiasi impegno definitivo.
Intanto la compagnia russa Aeroflot, considerata da alcuni come alternativa a Air France, nega qualsiasi interesse per l’acquisto di quote azionarie di Alitalia: “Al momento non stiamo studiando alcun possibile acquisto di quote azionarie di Alitalia”, ha osservato Irina Dannenberg, portavoce di Aeroflot. Ma, secondo alcune fonti del settore, la compagnia di bandiera russa potrebbe invece essere interessata a diventare partner di Alitalia sulla base di un serio disegno industriale e finanziario, ritenendo la compagnia italiana complementare al proprio mercato.