La missione militare e umanitaria per affrontare i flussi migratori si concentrerà sulla cooperazione internazionale per fermare la partenza dei migranti, sul controllo della frontiera e sull'accoglienza. Alfano ribadisce: "Sarà il diritto internazionale a stabilire dove portare le persone soccorse"
Al via l’operazione ‘Mare Nostrum’ per far fronte al flusso dei migranti che continuano a morire al largo delle coste italiane. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine del vertice di Palazzo Chigi dedicato all’emergenza immigrazione. “Sarà un’operazione militare ed umanitaria e prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane”, ha spiegato il ministro della Difesa, Mario Mauro, al termine del vertice. Per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti salvati, Alfano ha tenuto a precisare: “Ci sono le regole del diritto internazionale della navigazione, non è detto che se interviene una nave italiana porti i migranti in un porto italiano”. “Si valuterà in base al luogo dove avverrà l’operazione”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. Alfano ha, poi, spiegato che l’operazione ‘Mare Nostrum’ si articolerà su tre livelli: “Quello estero di cooperazione internazionale tendente a fare di tutto perché i migranti non partano; un livello relativo al controllo della frontiera, che è europea non italiana; terzo livello, l’accoglienza e il dispiegarsi del dispositivo nazionale”.
Nell’operazione di sorveglianza e soccorso nel Mediterraneo verranno anche usati i droni, gli aerei senza pilota, oltre ad elicotteri con strumenti ottici ad infrarossi, ha aggiunto il ministro della Difesa. “Utilizzeremo per la prima volta una nave anfibia che ha la capacità di esercitare il comando e controllo, con elicotteri a lungo raggio, capacità ospedaliera, spazi ampi di ricovero per i naufraghi. Avremo 4 altre navi della Marina: due pattugliatori e due fregate” e altri velivoli, ha spiegato Mauro. La nave anfibia San Marco della marina militare, inserita nel dispositivo della missione ‘Mare Nostrum’, sarà attiva dal 18 ottobre, ha detto il ministro della Difesa. Le navi “si alterneranno”, ha spiegato il ministro. Loro compito quello di “rendere l’area che viene pattugliata più agevole per chi si trova in difficoltà e più pericolosa per le navi-madri che tanti problemi ci creano”.
Sui costi della missione che sarà operativa da domani, Mauro ha spiegato: “Attualmente spendiamo un milione e mezzo di euro al mese, potenziando il dispositivo con la nuova operazione si spenderà di più”. Quanto alla durata dell’operazione, il ministro della Difesa ha precisato che “è legata alle circostanze”. “Mi piace includere – ha sottolineato – due date significative per la verifica della missione: una ben prima del Consiglio europeo del 24-25 ottobre, e una relativa all’entrata in vigore di Eurosur (sistema europeo di sorveglianza delle frontiere, ndr) il 2 dicembre”. Quanto alle coperture, ha spiegato il vicepremier Alfano, non ci sarà nessun finanziamento specifico, ma saranno recuperate nei bilanci dei ministeri interessati. “Ci sono i bilanci dei ministeri che servono a coprire, non facciamo una nuova legge di copertura”, ha detto Alfano. “Il punto di fondo è che l’Italia rafforza la protezione della frontiera esterna e quando si calcolano i costi bisogna capire quali sono i costi che il Paese si troverebbe ad affrontare in assenza della missione”, ha spiegato il vice premier.
La missione dovrà avere un effetto deterrente sulla tratta di migranti, ha sostenuto Alfano. “C’è la deterrenza che si ha dal pattugliamento, più l’intervento delle Procure della Repubblica che già in due circostanze hanno sequestrato le navi e arrestato l’equipaggio, la somma del pattugliamento e dell’azione della polizia giudiziaria e della magistratura avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa impunemente di fare traffico di esseri umani“, ha sostenuto Alano.