Imprese e commercianti tendono la mano al Comune di Parma, ma il sindaco Federico Pizzarotti li accusa di mancata collaborazione. Gli Stati generali dell’economia parmense, un momento pensato per fare il punto sulla crisi e creare un tavolo tra imprenditori e istituzioni per uscirne, si sono trasformati in un tiro al bersaglio fatto di recriminazioni e accuse, con lo scontro diretto tra il primo cittadino Cinque stelle e il presidente della Camera di commercio Andrea Zanlari.
L’appello all’amministrazione lo hanno lanciato imprese e operatori per voce del presidente Zanlari, che commuovendosi ha snocciolato i dati della crisi su Parma: dal 2008, 1900 dipendenti persi, mille soltanto nel settore edile, a fronte di 1733 imprese scomparse. “Questo momento non è pensato per fare una rivoluzione, ma per capire tutti insieme dove stiamo andando – ha detto in apertura dei lavori – È inutile avere il Festival Verdi se nel centro storico i negozi sono chiusi, i nostro figli vanno via, non possiamo più vederli partire”.
Il sindaco Pizzarotti però ne ha approfittato per levarsi qualche sassolino e se l’è presa con gli stessi operatori che nei mesi scorsi si sono tirati indietro proprio di fronte alle medesime richieste di sinergia sul fronte turismo da parte dell’amministrazione. “Oggi si dice di fare rete e noi ci crediamo, ma la Camera di Commercio dopo tre mesi di attesa si è rifiutata di firmare il protocollo con Comune e Provincia per lavorare insieme sul turismo. Tre mesi per sentirsi dire un ‘no’ non vanno bene, quando a noi il mondo dell’imprenditoria chiede sempre tempi rapidi” ha detto il primo cittadino, che ha illustrato il percorso cominciato in autonomia dopo il rifiuto della Camera di commercio, dal recente viaggio a Mosca ai contatti con tour operator dei mercati orientali e russi. Le prime tensioni con Zanlari erano emerse proprio in occasione della trasferta russa del sindaco, da cui la Camera di commercio era stata esclusa, provocando le ire del presidente che era stato informato dell’iniziativa dalla stampa. “Noi non chiudiamo la porta e andiamo avanti nel percorso, ma penso che la soluzione sia fare squadra. L’amministrazione può fare da collante, non può sostituirsi agli operatori” ha ribadito Pizzarotti. Immediata la risposta della Camera di commercio, che sulla mancata firma ha spiegato di condividere gli obiettivi del progetto presentato dal Comune di Parma, ma di non avere approvato la proposta specifica perché troppo strutturata in maniera unilaterale.
Lo strappo però non è stato ricucito e Pizzarotti non è stato meno duro nei confronti delle richieste arrivate da Emio Incerti di Inchotels Group, che ha puntato il dito sulla tassa di soggiorno che penalizza il turismo, sulle zone a traffico limitato del centro storico e sulla mancanza di parcheggi, chiedendo più collaborazione e comprensione verso commercianti ed imprenditori. “Troppo spesso in questi mesi ci si è detti le cose via carta stampata o attraverso manifestazioni, ma non è mai stato creato un tavolo di lavoro su crisi o turismo – ha risposto il primo cittadino – Il turismo non si fa solo con gli eventi, dobbiamo spingerci su mercati nuovi, come Cina, Russia, Arabia Saudita, e smetterla di essere ‘parmacentrici’”.
Anche sulla tassa di soggiorno Pizzarotti ha difeso la linea dell’amministrazione, chiarendo che finora gli afflussi di turisti non sembrano averne risentito, così come ha respinto le critiche sui blocchi del traffico e le Ztl. Sul commercio e sulla desertificazione del centro storico infine, il primo cittadino ha lanciato anche qualche frecciata alle associazioni di categoria, ree secondo Pizzarotti di essere state troppo assenti in passato: “I grandi centri commerciali danneggiano il commercio, ma in passato forse le associazioni non hanno esercitato la loro forza come oggi, quando venivano approvati gli shopping center”.
La giornata di lavori è proseguita poi con gli interventi di dieci imprenditori ed altrettanti rappresentanti delle istituzioni del territorio, dalla Provincia alla Regione, che si sono confrontati su temi come legalità, infrastrutture, valorizzazione del territorio, fiscalità e burocrazia. Un confronto che ha fatto storcere il naso alla Cgil, che ha lamentato il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, “nemmeno invitate ma solo “informate” dell’evento, che quindi lascia fuori dalla porta un interlocutore fondamentale affinché la ripresa possa coniugarsi con la coesione sociale”.