L’idea di creare i Dildo parties, mi venne andando a Londra e mi fu suggerita da una caro amico italiano che vive lì da una vita.
Eravamo a Soho a curiosare la boutique di “Agent Provocateur”, dove incrociammo anche Neneh Cherry mentre sceglieva una guepiere.
Oggi Londra è piena di negozi che non sono più squallidi sexy shop ma deliziose e raffinate boutiques più che altro per accattivare un pubblico femminile.
Tra questi c’è Ann Summers: la proprietaria è Jacqueline Gold che all’inizio degli anni ’80, ereditando dal padre quattro sexy shop, prese spunto dagli home-parties della Tupperware e lanciò l’idea delle riunioni femminili in cui si spiegavano e si acquistavano lingerie e sex toy nella privacy della propria casa.
Ovviamente nessun uomo veniva ammesso.
Presi spunto da lei, anche perché in Italia nel 2005 non esistevano boutique come Agent Provocateur, Coco de Mer o Ann Summers.
L’idea di un “salotto”, in cui venivano “raccontati” i sensual toy e gli accessori erotici poteva gratificare donne curiose ma anche timide che non avevano il coraggio di entrare in un sex shop e tanto meno uscirne con un acquisto. Un’ora di lezione per poi sorridere e commentare con un flûte in mano e qualche delizioso cup cakes.
Oltretutto, dopo la puntata di “Sex & The City” in cui una delle protagoniste prova il Magic Rabbit e non lo abbandona per una settimana, fece scattare la voglia di scoprirlo e di sperimentarlo. Da sole ma anche col partner.
La storia degli oggetti del piacere risale alla notte dei tempi e all’inizio fu il dildo.
“Dildo Party” nasce dalla musicalità del primo e dall’allegria del secondo.
Il mondo dei sex toy è in continua evoluzione e nonostante internet c’è molta voglia di aggregazione e Jacqueline Gold, imprenditrice coraggiosa, insegna.
Bettina ringrazia.