Dacia ha cambiato marcia, e ha riempito un segmento di mercato snobbato da molte case, presentando la nuova station wagon Logan Mcv. Con la strategia orientata a offrire un marchio low-cost appetibile per i clienti europei, il gruppo Renault-Nissan sta raccogliendo i frutti di una strategia avviata nel 2004, con la prima versione della Logan. In realtà, a parte il nome e il prezzo, la nuova generazione dell’auto romena ha poco a che vedere con la sua antenata. Il centro stile Renault ha deciso di lavorare sul design dell’auto, e anche i materiali sono stati migliorati, arrivando così a creare un’auto che non ha un aspetto low-cost. In vendita dal 19 ottobre 2013, con un listino che parte da 8.900 euro, la familiare romena ha un prezzo che non vede concorrenti all’orizzonte. Più realisticamente, però, bisognerà spenderne circa 12mila per avere un’auto dotata di comfort, come il monitor touchscreen con Gps, cruise control, aria condizionata e sensori di parcheggio.
Il punto di forza, oltre al prezzo, è sotto il cofano. La Logan Mcv, infatti, monta i motori 0.9 e 1.2 a benzina, e 1.5 diesel. Gli stessi della gamma Renault. Così, prestando le sue tecnologie al marchio Dacia, la casa francese è riuscita a garantire uno standard di qualità abbastanza elevato, contenendo i prezzi. Una ricetta che ha riscosso successo in Europa, e non solo. Nel 2012 le vendite del marchio romeno sono arrivate a 953mila unità, e dovrebbero superare il milione nel 2013, con un primo semestre che ha visto 525mila consegne, e un +15% rispetto all’anno precedente. Merito di successi come il Duster, che da solo rappresenta il 36% delle vendite dell’azienda, e che ha soddisfatto il desiderio di molti automobilisti: guidare un Suv, comprandolo al prezzo di un’utilitaria. Così Renault ha riempito un buco nel mercato, perché nonostante la crisi, gli europei non vogliono rinunciare all’auto nuova.
E se il segmento medio continua a perdere terreno, i veicoli di lusso e quelli a basso costo aumentano i volumi. Dacia si sta espandendo a macchia d’olio in Europa, Africa e Sudamerica (dove però utilizza il marchio Renault), e per far fronte al boom di richieste ha aperto una nuova linea nello stabilimento marocchino di Tangeri, che a partire dal 2014 raggiungerà una produzione di 340mila veicoli all’anno, impiegando 5mila lavoratori. Alla luce di questo boom, Renault-Nissan ha deciso di usare la stessa strategia in Oriente, con le modalità già rodate in Europa. Unico cambiamento, il marchio. Per i mercati emergenti come India e Indonesia, è stata riportata in vita la Datsun, di proprietà della Nissan dal 1983, e che ha già presentato due modelli low cost derivati dalla Micra, prodotti negli stabilimenti di Oragadam in India e Purwakarta in Indonesia. La vendita è stata programmata a partire dal 2014 a circa 5mila dollari, per fare concorrenza a Tata, che ha fatto flop con la citycar Nano, giudicata fin troppo economica e spartana dal pubblico indiano. Il gruppo franco-giapponese, quindi, sembra aver vinto la scommessa fatta nel 2004. L’evoluzione di Dacia non ha creato scossoni in Francia, perché la produzione di veicoli low cost non avrebbe margini nell’Europa Occidentale. L’assemblaggio della gamma Renault nel mercato domestico, invece, rende e la casa francese è pronta a spostare nei suoi stabilimenti parte della produzione Nissan per sostenere l’occupazione. Aspettando la fine della crisi.
di Daniele Boltin