Il tribunale regionale di Murmansk, nell’estremo Nord della Russia, ha respinto il ricorso dell’attivista italiano di Greenpeace Christian D’Alessandro. Resterà in carcere fino al 24 novembre. Lo riferisce via Twitter dall’aula Greenpeace Russia. Gli avvocati dell’associazione ambientalista, si legge in una nota, “hanno chiesto la scarcerazione su cauzione” per Cristian “come per gli altri 27 attivisti e i 2 giornalisti free lance. Ricorso respinto per tutti. Rimane l’accusa di pirateria, secondo l’articolo 227 del Codice penale russo. Gli attivisti di Greenpeace rischiano fino a 15 anni di detenzione“. Tutti i 30 membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace Arctic Sunrise sono stati arrestati in Russia il 19 settembre a causa di una protesta contro le trivellazioni di Gazprom nell’Artico. Le autorità russe hanno dichiarato anche di aver trovato sostanza stupefacenti a bordo della nave. Dopo la conferma del fermo per i tre attivisti russi della Arctic Sunrise, le udienze per gli stranieri sono iniziate lunedì e dovrebbero durare fino alla prossima settimana.
Il padre dell’attivista napoletano trentunenne, Aristide D’Alessandro non nasconde la propria preoccupazione. “Quella di oggi è una decisione che ci aspettavamo, era nell’aria, rientra in un disegno complessivo che coinvolge anche gli altri attivisti, ma la nostra preoccupazione è che così continua il vero dramma che è quello della carcerazione preventiva. Se almeno li tenessero fuori dal carcere sarebbe diverso…”. Preoccupazione acuita da quell’unica telefonata, risalente a giovedì scorso, in cui i familiari hanno potuto parlare con Cristian. “E’ stato un piacere sentirlo, ma abbiamo anche saputo che sta soffrendo – racconta Aristide – anche se Cristian è una persona forte, resistente sotto il profilo psicologico”. Resta poi l’incertezza sulle prossime scadenze: “Non sappiamo cosa ci aspetta, tutto dipende dalla chiusura dei reati contestati, e non sappiamo quanto tempo ci vorrà”.
Il tribunale doveva esprimersi sul ricorso dell’attivista italiano lunedì, ma la decisione è slittata ad oggi. Secondo quanto si è appreso da fonti locali, uno dei due avvocati di D’Alessandro ha usato una linea difensiva aggressiva, contestando ogni possibile vizio procedurale e ricusando per ben tre volte il giudice. Una linea condivisa dall’attivista italiano ma interpretata dal giudice, secondo un tweet di Greenpeace Russia, come un tentativo di ostacolare l’udienza, tanto da ventilare il cambio degli avvocati.
“Ora valuteranno se fare ricorso anche con Greenpeace Italia, eventualmente anche a Strasburgo”, dice il console generale a San Pietroburgo Luigi Estero, che ha visitato Cristian questa mattina nel centro di detenzione cautelare a Murmansk, trovandolo “ragionevolmente tranquillo, nonostante si tratti di strutture carcerarie con dei limiti: non si è lamentato, anche se non pensava che la sua azione pacifica finisse in questo modo”. Compagno di cella dell’italiano è uno dei 3 militanti russi di Greenpeace a bordo della Arctic Sunrise. “Speriamo che il processo non abbia luogo, e che dalle indagini emerga che non si è trattato di pirateria”, auspica il console. Al centro della difesa per tutti gli attivisti c’è il concetto stesso di piattaforma: la pirateria prevede l’assalto a una nave, ma per gli avvocati la piattaforma di petrolio non lo è. Posizione per ora non accolta dai giudici.
Greenpeace ricorda che “sono quasi 1 milione e 400 mila le firme per chiedere alle autorità russe il rilascio degli attivisti. Le diplomazie di vari Paesi si stanno muovendo, anche la presidente del Brasile, Dilma Rouseff, ha assicurato il suo interessamento. Al Quirinale sono giunte le oltre 100 mila firme di sostegno all’appello della madre di Cristian perché l’Italia intervenga”. L’equipaggio dell’Arctic Sunrise, gli attivisti e i due giornalisti freelance a bordo della nave – ricorda la nota di Greenpeace – “sono nelle mani delle autorità russe da giovedì 19 settembre, quando la Guardia Costiera ha abbordato e sequestrato la nave rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali. Dal 24 settembre sono detenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di Murmansk e non sempre è assicurato loro spazio a sufficienza, riscaldamento o accesso all’acqua potabile“.
Ambiente & Veleni
Greenpeace, respinto il ricorso dell’attivista italiano: resterà in carcere in Russia
Cristian D'Alessandro rimarrà in custodia cautelare fino al 24 novembre. Il padre: "Ce l'aspettavamo, sta soffrendo". Il 31enne è accusato di pirateria, insieme ad altri 29 membri dell'equipaggio della nave Arctic Sunrise, a causa di una protesta contro le trivellazione di Gazprom nell'Artico
Il tribunale regionale di Murmansk, nell’estremo Nord della Russia, ha respinto il ricorso dell’attivista italiano di Greenpeace Christian D’Alessandro. Resterà in carcere fino al 24 novembre. Lo riferisce via Twitter dall’aula Greenpeace Russia. Gli avvocati dell’associazione ambientalista, si legge in una nota, “hanno chiesto la scarcerazione su cauzione” per Cristian “come per gli altri 27 attivisti e i 2 giornalisti free lance. Ricorso respinto per tutti. Rimane l’accusa di pirateria, secondo l’articolo 227 del Codice penale russo. Gli attivisti di Greenpeace rischiano fino a 15 anni di detenzione“. Tutti i 30 membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace Arctic Sunrise sono stati arrestati in Russia il 19 settembre a causa di una protesta contro le trivellazioni di Gazprom nell’Artico. Le autorità russe hanno dichiarato anche di aver trovato sostanza stupefacenti a bordo della nave. Dopo la conferma del fermo per i tre attivisti russi della Arctic Sunrise, le udienze per gli stranieri sono iniziate lunedì e dovrebbero durare fino alla prossima settimana.
Il padre dell’attivista napoletano trentunenne, Aristide D’Alessandro non nasconde la propria preoccupazione. “Quella di oggi è una decisione che ci aspettavamo, era nell’aria, rientra in un disegno complessivo che coinvolge anche gli altri attivisti, ma la nostra preoccupazione è che così continua il vero dramma che è quello della carcerazione preventiva. Se almeno li tenessero fuori dal carcere sarebbe diverso…”. Preoccupazione acuita da quell’unica telefonata, risalente a giovedì scorso, in cui i familiari hanno potuto parlare con Cristian. “E’ stato un piacere sentirlo, ma abbiamo anche saputo che sta soffrendo – racconta Aristide – anche se Cristian è una persona forte, resistente sotto il profilo psicologico”. Resta poi l’incertezza sulle prossime scadenze: “Non sappiamo cosa ci aspetta, tutto dipende dalla chiusura dei reati contestati, e non sappiamo quanto tempo ci vorrà”.
Il tribunale doveva esprimersi sul ricorso dell’attivista italiano lunedì, ma la decisione è slittata ad oggi. Secondo quanto si è appreso da fonti locali, uno dei due avvocati di D’Alessandro ha usato una linea difensiva aggressiva, contestando ogni possibile vizio procedurale e ricusando per ben tre volte il giudice. Una linea condivisa dall’attivista italiano ma interpretata dal giudice, secondo un tweet di Greenpeace Russia, come un tentativo di ostacolare l’udienza, tanto da ventilare il cambio degli avvocati.
“Ora valuteranno se fare ricorso anche con Greenpeace Italia, eventualmente anche a Strasburgo”, dice il console generale a San Pietroburgo Luigi Estero, che ha visitato Cristian questa mattina nel centro di detenzione cautelare a Murmansk, trovandolo “ragionevolmente tranquillo, nonostante si tratti di strutture carcerarie con dei limiti: non si è lamentato, anche se non pensava che la sua azione pacifica finisse in questo modo”. Compagno di cella dell’italiano è uno dei 3 militanti russi di Greenpeace a bordo della Arctic Sunrise. “Speriamo che il processo non abbia luogo, e che dalle indagini emerga che non si è trattato di pirateria”, auspica il console. Al centro della difesa per tutti gli attivisti c’è il concetto stesso di piattaforma: la pirateria prevede l’assalto a una nave, ma per gli avvocati la piattaforma di petrolio non lo è. Posizione per ora non accolta dai giudici.
Greenpeace ricorda che “sono quasi 1 milione e 400 mila le firme per chiedere alle autorità russe il rilascio degli attivisti. Le diplomazie di vari Paesi si stanno muovendo, anche la presidente del Brasile, Dilma Rouseff, ha assicurato il suo interessamento. Al Quirinale sono giunte le oltre 100 mila firme di sostegno all’appello della madre di Cristian perché l’Italia intervenga”. L’equipaggio dell’Arctic Sunrise, gli attivisti e i due giornalisti freelance a bordo della nave – ricorda la nota di Greenpeace – “sono nelle mani delle autorità russe da giovedì 19 settembre, quando la Guardia Costiera ha abbordato e sequestrato la nave rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali. Dal 24 settembre sono detenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di Murmansk e non sempre è assicurato loro spazio a sufficienza, riscaldamento o accesso all’acqua potabile“.
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Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".