Il bollettino trimestrale di palazzo Koch dipinge una situazione in chiaroscuro. "Nel trimestre estivo il ritmo di caduta del Pil dovrebbe essersi pressoché annullato" ed è possibile un'inversione di tendenza entro la fine dell'anno. Ma "le tensioni sull'offerta di prestiti" rimangono un freno. E le persone in cerca di occupazione hanno raggiunto i 3,1 milioni, record dal 1992
Valutazioni in chiaroscuro nel bollettino trimestrale di Bankitalia. Se da un lato ci sono segni di ripresa, dall’altro il numero di persone in cerca di occupazione è ai massimi dal 1992: ben 3,1 milioni. E continua a costituire un freno la difficoltà di accesso al credito.
Negli ultimi mesi la situazione economica ha visto emergere ”i primi segnali favorevoli” – si legge nel bollettino – e c’è “la possibilità di un’inversione di tendenza dell’attività economica entro la fine dell’anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo”. Sui segni positivi ha influito “il miglioramento del ciclo economico europeo”, anche in virtù del quale “il giudizio delle imprese sulle condizioni per investire è migliorato, tornando su valori prossimi a quelli precedenti la crisi dell’estate del 2011, sia nell’industria sia nei servizi”. Il calo della produzione industriale “è proseguito in luglio e, in misura minore, in agosto; nel trimestre estivo il ritmo di caduta del Pil dovrebbe essersi pressoché annullato”. La Banca d’Italia conferma le stime, diffuse a luglio, di un calo del Pil dell’1,9% nel caso in cui l’attività economica restasse sul livello raggiunto nel secondo trimestre (-0,3%).
Sebbene dall’inizio dell’estate in Italia siano emersi segnali di stabilizzazione, Bankitalia sottolinea che “la congiuntura rimane debole nel confronto con il resto dell’area dell’euro e l’evoluzione nei prossimi mesi rimane incerta”. Il miglioramento della fase ciclica riflette “la ripresa delle esportazioni, cui si associano segnali più favorevoli per l’attività di investimento”. La spesa delle famiglie, conclude il bollettino, “è ancora frenata dalla debolezza del reddito disponibile e dalle difficili condizioni del mercato del lavoro”. Il governo con le misure di ottobre ha garantito per il 2013 un rapporto deficit-Pil del 3%. Ma sul fronte del disavanzo, per conseguire gli obiettivi del 2013 “sarà necessario un attento monitoraggio dei conti negli ultimi mesi dell’anno”.
Sulla ripresa continueranno poi a costituire un freno ”le tensioni sull’offerta di prestiti”. Secondo palazzo Koch, “qualche segnale di attenuazione delle difficoltà di accesso al credito è riportato dalle imprese nei sondaggi, ma l’offerta di prestiti è destinata a migliorare solo gradualmente”. Perdurano quindi le difficoltà che il governatore Ignazio Visco aveva già evidenziato una settimana fa, invitando le banche a sostenere maggiormente le imprese e le famiglie.
Rimane critica la situazione dell’occupazione. Nel secondo trimestre del 2013 le persone in cerca di occupazione erano circa 3,1 milioni, il valore più elevato dal 1992, anno di inizio delle serie storiche. Il tasso di disoccupazione è aumentato però in misura più contenuta rispetto ai trimestri precedenti, raggiungendo il 12% (10,5 nel secondo trimestre 2012) “anche per effetto del calo dell’offerta di lavoro”. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è diminuito di mezzo punto percentuale, al 63,4%.