"Sono sconcertato, ma sereno", dice il prefetto di Roma in un'intervista a Repubblica, dopo il caos di ieri ad Albano Laziale per le esequie dell'ex Ss boia delle Fosse Ardeatine. "Non potevo negare benedizione cristiana".Estremisti di destra hanno tentato di entrare nella cappella spacciandosi per parenti
“Sono sconcertato, ma sereno. Mi trovavo di fronte a una salma e alla legittima richiesta di una famiglia di esequie religiose. Che ho autorizzato in una struttura religiosa che ha dato la sua disponibilità e in forma strettamente privata. Potevo vorse negare una benedizione cristiana? I morti sono tutti uguali, quali che siano i crimini efferati di cui si sono macchati da vivi”. Così, in un’intervista a Repubblica, parla il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, il grande accusato nella giornata in cui il funerale di Erich Priebke, ex SS boia delle Fosse Ardeatine, finisce nel caos. Con scontri tra manifestanti ed estremisti di destra davanti alla Comunità Lefebvriana di Albano laziale che si era offerta di ospitare le esequie, la cerimonia sospesa anche per i tentativi di infiltrazione neonazi, la salma “assediata” per ore e trasferita nottetempo all’aeroporto militare di Pratica di Mare.
E’ stato il prefetto Pecoraro ad annullare a tempo di record l’ordinanza del sindaco di Albano Laziale che voleva vietare i funerali sul suo territorio. E da lì è stato il caos, con conseguente richiesta di dimissioni del rappresentante del governo spinta sopprattutto da Sel. Nell’intervista a Repubblica, il prefetto afferma che la soluzione più semplice – una benedizione dispensata all’obitorio del Gemelli, l’ospedale religioso dove si trovava la salma – non è stat attuata perché la struttura “non era disponibile”. Pecoraro non spiega perché: “Lasci stare”, si limita a dire.
Quanto all’annullamento dell’ordinanza del sindaco, “non avevo scelta”, continua il prefetto di Roma. “Il diritto alle esequie in una struttura privata prevaleva su qualunque altro invocato diritto”.
In mattinata il prefetto è tornato sull’argomento: “Ieri siamo stati costretti a sospendere le esequie perché c’era il rischio si potessero trasformare in un raduno di neonazisti“, ha spiegato. Una ventina di persone infatti, spacciandosi per familiari di Priebke, stavano per entrare in chiesa. Dopo alcuni accertamenti e vista la giovane età, incompatibile con parentele dirette all’ex SS, sono stati allontanati e il funerale sospeso.
Tra le persone che avevano tentato di partecipare ai funerali anche Maurizio Boccacci, già Avanguardia Nazionale e leader del Movimento Politico Occidentale disciolto per la legge Mancino, ora a capo di Militia.