Ultima puntata (forse) dell’affaire Fabio Fazio, attaccato in trasmissione da Renato Brunetta per il suo contratto da 5,4 milioni di euro in tre anni. In merito alla mancata pubblicazione dei compensi dei dipendenti Rai, “il contratto di servizio non è applicato al 100% e su questo punto specifico non mi pare sia stato applicato“. Ad affermarlo è il presidente di Agcom, Angelo Marcello Cardani, a margine dell’audizione della Commissione di vigilanza Rai. “Io comunque non ho un’opinione in proposito e neppure in Agcom abbiamo ancora deciso cosa fare – fa sapere il presidente dell’authority -. Figuriamoci se mi permetto di dire cosa fare alla presidente Tarantola“. A pesare sulla mancata attuazione della pubblicazione dei compensi, secondo quanto specificato dalla stessa Agcom nella relazione annuale, il parere contrario alla pubblicazione di dati individuali del Garante della privacy e dell’Antitrust.

In difesa di Fabio Fazio si schiera lo stesso direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi: “Ci sono professionalità, come quella di Fazio ma anche altre, che sono un grande valore per la Rai e per i telespettatori”. E in merito alle polemiche sui maxi compensi del conduttore, aggiunge: “Fazio non è un costo per l’azienda, ma una fonte di profitto e garantisce un’informazione trasparente, seria e di altissima qualità”. Il presentatore, secondo Gubitosi, ha il merito di avere dimostrato sempre equilibrio, “invitando sempre tutte le componenti della società e della cultura e dando a ognuno la possibilità, col garbo che lo contraddistingue, di esprimere la propria opinione, anche a chi si è voluto e si vuole presentare al pubblico con inutile aggressività”. E per questo lo ringrazia a nome dell’azienda, per un lavoro che “sta facendo benissimo”. Inoltre, sul tema dei maxi compensi, il direttore generale fa sapere che risponderà in Commissione di vigilanza.

Le parole di Gubitosi suscitano la dura reazione di Renato Brunetta. “Non si possono che chiedere le dimissioni del dirigente pubblico di una televisione di servizio pubblico, com’è la Rai, dopo le gravi, inaccettabili dichiarazioni del direttore generale della Rai, Gubitosi, che ho già censurato nella sede istituzionale della commissione di Vigilanza”. Durante l’audizione, infatti, l’ex ministro della Funzione pubblica era già passato all’attacco del direttore generale. “Vorrei sottolineare il comportamento anomalo di Gubitosi, quando sostiene che la trasmissione ‘Che tempo che fa’ sia equilibrata – sono le parole del capogruppo Pdl alla Camera – Trovo questa dichiarazione offensiva per l’intelligenza della commissione di Vigilanza e per il rapporto che la Rai ha con il Parlamento”. E conclude: “Gubitosi ha avuto l’impudenza di negare l’evidenza del comportamento di Fazio, condannato dall’Agcom per assenza di pluralismo. Evidentemente il giudizio dell’Autorità non è tenuto in nessun conto da un direttore generale che insulta non solo noi, ma anche il presidente Cardani“.

Anche Beppe Grillo si era accodato agli attacchi di Brunetta contro il conduttore televisivo definendolo “stuoino del pdmenoelle”. “Gubitosi e la Tarantola (presidente di Viale Mazzini, ndr) dove trovano i soldi da dare a Fazio? Come giustificano un contratto che è un insulto alla condizione del Paese e ai lavoratori della Rai? “, aveva scritto sul suo blog. Il comico genovese aveva sfidato il presentatore: “Verremo a cantare a Sanremo”. Non si era fatta attendere la risposta ironica dell’interessato: “Se hai due pezzi belli ti prendiamo”.

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