La Figc introduce la “condizionale”, istituto tipico del processo penale, sulle sanzioni nei casi di discriminazione razziale e territoriale. La norma è stata modificata oggi dal consiglio federale e ricalca quanto già previsto a livello Uefa. La sanzione sarà sospesa per la durata di un anno solare e diventerà effettiva solo se i tifosi della stessa squadra si macchieranno di ulteriori comportamenti razzisti nel periodo considerato.
In questo caso alla prima sanzione si aggiungerà quella relativa alla seconda violazione. Le sanzioni vanno dalla chiusura di un settore fino, nei casi più gravi, alla chiusura dell’intero stadio come già previsto prima della modifica odierna come accaduto al Milan.
Un’ulteriore novità introdotta oggi è quella che prevede la valutazione della portata del fenomeno discriminatorio: se la discriminazione verrà da un numero rilevante di tifosi, e non solo da una minoranza, scatterà la sanzione. Questo per evitare che i club vengano penalizzati dai comportamenti di un’esigua minoranza di ultrà. Come peraltro aveva fatto notare Adriano Galliani dopo la sanzione imposta alla squadra rossonera dopo la partita con la Juventus. In qual caso l’ad del Milan aveva sostenuto che “la discriminazione territoriale esiste solo in Italia, perché in Europa si parla solo di discriminazione razziale. Penso che sia una norma che vada abolita perché non esiste in altro luogo al mondo una cosa del genere che espone le società a gravi rischi. Perché alla prossima infrazione c’è la partita persa a tavolino ed eventualmente anche una penalità in classifica. Questo vuol dire che bastano una cinquantina di individui per uccidere una società e arrecare danni indicibili. L’ho fatto presente al presidente Abete che ha detto che ci rifletterà e mi farà sapere in futuro. Il razzismo va combattuto, ma questa norma non aiuta certo a farlo”. E così oggi la Figc si è adeguata all’Europa.