Due ragazzine britanniche di 15 e 11 anni dovranno forzatamente sottoporsi a una puntura per morbillo, orecchioni o parotite e rosolia, così come ha deciso un tribunale. A non volere la vaccinazione, la madre per la paura degli effetti collaterali. Ma, dopo la separazione dal marito, il caso è finito in aula
Obbligate a vaccinarsi. Due ragazzine britanniche di 15 e 11 anni dovranno forzatamente sottoporsi a una puntura del cosiddetto vaccino “trivalente mmr” (che sta per “measles, mumps and rubella”, ossia morbillo, orecchioni o parotite e rosolia), così come ha deciso un tribunale del Regno Unito. Le motivazioni? “È nel loro bene e nel loro interesse”, ha detto il giudice, leggendo la sentenza. La madre delle due giovani si era opposta ai desideri del padre, che voleva vaccinarle, e si era ritrovata in men che non si dica davanti alla corte. Ora, appunto, la decisione del giudice: le due figlie della coppia ormai divorziata saranno sottoposte a vaccinazione obbligatoria, anche se, intervistato dalla Bbc, l’avvocato della madre ha allargato le braccia, a sottolineare l’impossibilità pratica di praticare una puntura forzata.
Ma ora, nel Regno Unito, sul caso – riportato per la prima volta dal programma Newsnight – interviene pure la politica. Con il parlamentare liberaldemocratico John Hemming, a capo del gruppo di azione Justice for families, che ha espresso non poche perplessità sul modo in cui è stata gestita la vicenda dal giudice e dalla stampa. Il nome delle due ragazze e dei loro genitori non è stato fatto, ma alcuni quotidiani hanno dato importanti indizi per la loro identificazione. Inoltre – questa la preoccupazione del parlamentare – alla madre, che ha perso la causa, non sono state spiegate pienamente e in tempo le ragioni della sentenza. La donna, chiaramente, si opponeva alla vaccinazione per la paura degli effetti collaterali. Mentre il padre, inizialmente in accordo con la madre delle due ragazze, ha poi cambiato idea e ha portato in tribunale la donna.
Nel caso in questione, la 15enne era stata vaccinata, con l’accordo sia del padre che della madre, subito dopo la nascita. Eppure, poi, la coppia aveva deciso di non sottoporla a un secondo richiamo e di non vaccinare la sorella più piccola. Poi, chiaramente, dopo anni e dopo il divorzio, ecco il padre fare marcia indietro, la madre opporsi e le due ragazzine ritrovarsi al centro di una diatriba che ha scatenato non poco le ire di chi, nel Regno Unito, fa campagne contro l’uso dei vaccini.
Il dibattito sull’utilità e sulla pericolosità dei vaccini è molto ampio, in tutto il mondo. E se proprio in questi giorni Paesi come la Thailandia si accorgono di non avere una scorta sufficiente del trivalente Mmr, la stampa ha riportato la notizia che anche il Regno Unito non ha ancora raggiunto la soglia indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale almeno il 95% dei bambini deve avere effettuato il secondo richiamo del vaccino. Il Regno Unito è a quota 92%, anche se negli ultimi anni si sono visti molti progressi su questo campo, dopo il drastico calo, a fine anni ’90, dovuto a uno studio che mise in relazione il vaccino Mmr e l’autismo. Lo studio fu poi smentito da ulteriori ricerche, ma ormai il dubbio era stato instillato nei genitori di mezzo mondo. Secondo le organizzazioni sanitarie che hanno reso obbligatorio il trivalente, come quella canadese, l’Mmr sarebbe efficace nel 99% dei casi. In Italia, così come nel Regno Unito (dove in Galles da poco si è avuta un’epidemia di morbillo), si tratta di una vaccinazione solamente “raccomandata”. In Italia sono obbligatorie per tutti i nuovi nati le vaccinazioni contro difterite, tetano, poliomielite, epatite B.