Economia & Lobby

Legge di stabilità: non una cura ma un’omissione di soccorso

È una legge per la stabilità del solo Governo. Una cura omeopatica per un malato grave, l’economia italiana. Ci sarebbero gli estremi di una denuncia per omissione di soccorso. Il taglio alla pressione fiscale sul lavoro è minimo. Meno di 10 euro al mese sia per il dipendente che per il datore di lavoro. Certo si promette di intervenire ancora nei prossimi anni. Ma è una promessa fatta già tante volte e mai mantenuta. Data la natura irrisoria delle riduzioni delle tasse, si decide di renderle invisibili, soprattutto per i datori di lavoro. Invece di abbassare in modo sostanziale i contributi sociali, si interviene sull’Irap e solo per i nuovi assunti.

Si dice che non ci sono nuove tasse, ma c’è l’aumento del bollo sulle attività finanziarie che vale un miliardo, l’abolizione di una serie imprecisata di agevolazioni fiscali che vale mezzo miliardo e altre misure una tantum (la rivalutazione dei cespiti e il rientro dei capitali dall’estero) che aumentano le entrate. Al di là della loro natura una tantum, la rivalutazione dei cespiti aumenta la trasparenza dei bilanci anche perché verrà utilizzata per finanziare un’accelerazione della deducibilità delle perdite sui crediti delle banche. Aspettiamo più dettagli sul rientro dei capitali sperando che non sia l’ennesimo condono.

I tagli alle spese sono in gran parte virtuali: i soliti tagli ai Ministeri per 2,5 miliardi e agli enti locali per un miliardo. Forse è questo il contenuto “espansivo” della manovra: sono tagli solo sulla carta. Si mettono a bilancio cose che non si materializzeranno. Ma l’opacità dei conti è un’arma a doppio taglio. Sulle dismissioni di immobili, le regole europee vietano di usarne i proventi a copertura del disavanzo anziché a riduzione del debito. È la stessa copertura che era stata usata nella manovrina e che eravamo stati gli unici a denunciare.

È come se una famiglia indebitata vendesse la casa di proprietà per finanziare le sue spese correnti, all’insaputa dei figli. Se davvero con i 3 miliardi netti di questa manovra si arriva al 2,5 di disavanzo, non si vede perché non sia stato usato anche l’altro, mezzo punto percentuale, attorno ad 8 miliardi, per abbassare le tasse. Il malato è grave. Forse qualcuno non se ne è accorto.

(Fonte Lavoce.info)