Il sistema messo in piedi all’Aquila nell’ultimo anno, come un modello per l’Emilia. È questa la proposta di Massimo Cialente, il sindaco della città colpita dal sisma del 6 aprile 2009 che fece oltre 300 morti. L’amministratore abruzzese è tornato al Saie, il salone dell’edilizia alla fiera di Bologna, per parlare di ricostruzione. “Credo che l’Emilia possa copiare da noi. Da quando non abbiamo più commissario del governo e tutto è passato agli enti locali, siamo riusciti a spendere per la ricostruzione tutti i soldi che avevamo. L’Emilia ora ha un problema come quello che abbiamo avuto noi subito dopo il terremoto – ha spiegato Cialente a ilfattoquotidiano.it, utilizzando una metafora motoristica – cioè quello di dover mettere la macchina a posto e carburare. In compenso ha tantissima benzina, ben di più di quella che ha avuto l’Aquila complessivamente in questi anni. Invece quella dell’Aquila – ha concluso il primo cittadino aquilano – è ormai una Ferrari che gira benissimo, ma arrivata al pit stop per fare benzina scopre che i meccanici non gli danno benzina né gliene daranno in futuro”.

Video di David Marceddu

Cialente infatti ha avuto parole durissime nei confronti del governo di Enrico Letta: “Grazie alla legge di stabilità dei giorni scorsi la ricostruzione all’Aquila si ferma a gennaio 2014, al massimo a febbraio”. Due anni fa dallo stesso salone il primo cittadino aveva denunciato, con un’intervista all’edizione Emilia Romagna del Fatto quotidiano, che il governo allora guidato da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti aveva tradito le attese dei terremotati. E oggi sembra di essere tornati ad allora: “La legge di stabilità approvata nei giorni scorsi non stanzia nulla per l’Aquila. Il governo Letta sta completando l’opera di Berlusconi. Quando scese dalla scaletta dell’aereo poco dopo il terremoto – ricorda ora Cialente – l’allora premier mi disse che avrebbe voluto costruire le New town e che per ricostruire il centro ci sarebbe stato tempo”. Infine il sindaco azzarda una previsione molto pessimista: “Con questa nuova situazione il centro della città sarà in piedi nel 2030. Se ci dessero i soldi, noi del comune dell’Aquila nel 2020 termineremo i lavori”.

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