Bruxelles pronta a bacchettare il governo italiano per il piano di salvataggio di Alitalia, a cui dovrebbero partecipare anche le Poste Italiane con 75 milioni. “La Commissione Ue ha chiesto informazioni all’Italia sulle misure prese per Alitalia ed è in contatto con le autorità”, ha annunciato il portavoce del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, sottolineando che la Commissione aveva già detto che non può escludere che si tratti di aiuto di Stato e dunque va notificato.
”Stiamo lavorando per rispondere anche all’Ue non dovendoci giustificare”, ha risposto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi. “Presenteremo tutta la documentazione richiesta per permettere di verificare che non è un aiuto di Stato ma un grande progetto industriale”, ha aggiunto, riferendosi alle “sinergie industriali” fra i quattro aerei della Mistral air, che fa capo a Poste, e l’ex compagnia di bandiera, utilizzata proprio per aggirare l’ostacolo degli aiuti di Stato.
“La normativa europea non discrimina le società controllate dallo Stato, si deve però dimostrare che l’investimento avviene secondo una logica di mercato“, ha precisato intanto il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, sottolineando che “questa è la chiave per valutare la partecipazione di Poste alla proprietà azionaria di Alitalia”. Per la compagnia aerea bisogna quindi “trovare un partner industriale che permetta all’impresa di essere competitiva e guardare con grande attenzione alle scelte collegate a un aumento delle presenze turistiche, con riferimento in modo particolare a Expo 2015”.
Il portavoce di Almunia aveva confermato nei giorni scorsi che l’Antitrust Ue “si aspetta una notifica dall’Italia”, facendo sapere che “quando ci sono dubbi sulla natura dell’operazione, cioè se si tratti di aiuti di Stato o meno, gli Stati sarebbero saggi a notificarle a Bruxelles”.
Bruxelles dovrà poi esprimersi sul piano di ristrutturazione di Monte dei Paschi di Siena per il via libera agli aiuti di Stato, modificato dopo le richieste della Commissione europea che lo riteneva troppo morbido su diversi fronti, tra cui i compensi dei manager e il trattamento dei creditori. La Commissione europea, secondo quanto riferiscono fonti europee, non ha però ancora ricevuto la notifica formale del piano, anche se sono passati oltre dieci giorni da quando, lo scorso 7 ottobre, il consiglio di amministrazione della banca senese ha approvato il programma, che prevede la riduzione di 8mila dipendenti entro il 2017.