"Ci sarà la benedizione con assoluzione al feretro", ha detto don Floriano Abrahamowicz, della provincia di Treviso. "Se venissero i partigiani a chiedermi di celebrare una messa, io lo farei, ma non sono mai venuti", aggiunge. E un medico di Brescia offre la sua tomba di famiglia per la tumulazione dell'ex Ss
Un requiem “per il riposo dell’anima” di Erich Priebke“. Il sacerdote lefebvriano don Floriano Abrahamowicz non torna indietro sulla sua decisione e questa sera ha deciso di celebrare una messa in ricordo del suo ‘amico’ ex ufficiale delle Ss. “Io stasera la messa per Erich Priebke la faccio. Certo, voglio sottolineare che la salma non c’è. Si tratta di una benedizione con assoluzione al feretro“. Il corpo di Priebke, infatti, è ancora fermo all’aeroporto militare di Pratica di Mare e non è ancora stato sepolto.
Nell’appartamento al piano terra di via Nenni a Paese, in provincia di Treviso, Floriano ha ricavato una piccola cappella dove alle 19 di stasera pregherà. “Stasera arriveranno da tutto il Triveneto, fedeli, amici, conoscenti – sottolinea – ma formalmente ho invitato i simpatizzanti neonazisti a non venire perché qui non c’entrano. La messa non ha e non vuole avere alcun risvolto politico”. E sulle tante polemiche innescate dalla sua decisione don Floriano spiega: “Se venissero i partigiani a chiedermi di celebrare una messa, io lo farei, ma non sono mai venuti”. Quindi ricorda di aver conosciuto l’ex ufficiale delle Ss che “era una persona moderata, retta e pacata. D’altra parte a 90 anni, quando l’ho conosciuto io, non è difficile essere pacati”.
Sulle polemiche per la sepoltura di Priebke don Floriano Abrahamowicz spiega: “Continuo a sostenere che è una vergogna: ci sono anche figli delle vittime che dicono la stessa cosa. Anche nei tempi più oscurantisti anche i peggiori criminali avevano diritto ad una sepoltura“. Infine il prete lefebvriano assicura di “non aver avuto alcun problema da parte dei vicini” per la sua decisione di celebrare stasera una messa in ricordo dell’ex capitano delle Ss. “Non ho alcuna richiesta di non farla. Mi è stato solo domandato dalle forze dell’ordine di tenere un profilo basso ed è quello che farò”, dice. Don Floriano assicura “di non aver paura per future altre intimidazioni” come quella avvenuta ieri pomeriggio, con cui una decina di giovani avevano preso di mira la sua casa. Un’azione poi rivendicata anche via internet da una sedicente associazione “Fuori Abrahamowicz dal nostro territorio“. La Digos ha già avviato le indagini per identificare i responsabili del blitz e molto probabilmente scatteranno delle denunce per danneggiamento.
Mentre la salma di Priebke rimane alla base di Pratica di Mare, a offrire un loculo per la tumulazione è Alberto Negri, un cardiochirurgo degli Spedali Civili di Brescia, disposto a tumulare la salma dell’ufficiale delle SS nella propria tomba di famiglia, nel cimitero della frazione di San Vitale nel comune di Roverè (Verona). “Il messaggio che voglio lanciare è semplice: bisogna perdonare – ha spiegato il medico, che abita in un paese del Garda bresciano -. Ho deciso di ospitare la salma di Priebke perché vengo da una famiglia abituata a farsi carico delle sofferenze degli altri”. “Priebke non si è pentito? – ha aggiunto -. Vero, ma non era obbligato a farlo. I rancori e le ingiustizie vanno sistemate in vita tra gli esseri umani. Dopo la morte, per chi è credente, si passa a una giustizia superiore che non è di nostra competenza”. Negri ricorda come, durante la Seconda guerra mondiale, i nonni avessero nascosto nella loro casa alcuni soldati fuggitivi, tedeschi e alleati. I suoi familiari, prima dell’intervista, sarebbero stati all’oscuro della sua decisione.