Condannata a 3.828 anni di reclusione per 24 omicidi. E ora vede avvicinarsi la scarcerazione. Il Tribunale europeo dei diritti umani di Strasburgo ha sanzionato la Spagna per aver mantenuto in carcere per cinque anni più del dovuto Ines del Rio Prada, in base alla cosiddetta dottrina Parot, una legge giudicata contraria alla normativa comunitaria. La detenuta, 55 anni, faceva parte del commando Madrid dell’Eta, autore fra gli altri di attentati come quella della Plaza de la Republica Dominicana della Capitale, nel quale morirono 12 guardie civili. Questa sentenza è destinata a fare giurisprudenza e dovrebbe comportare la scarcerazione di un’ottantina di affiliati all’Eta, settanta dei quali condannati per terrorismo, gli altri per reati comunque gravi.
Introdotta nel 2006 dalla Corte Suprema spagnola, la dottrina Parot calcola i benefici di pena sul cumulo delle condanne e non sui 30 anni di reclusione massima fino a quel momento previsti dal Codice Penale. La sentenza di Strasburgo stabilisce che non si può applicare questo tipo di calcolo a reati commessi prima del 1995, in quanto diventa retroattiva violando i diritti fondamentali dei detenuti. Nel respingere il ricorso presentato dal governo spagnolo, il Tribunale ha confermato in via definitiva la sentenza emessa nel luglio 2012 dalla Corte europea dei Diritti Umani, che condannava la Spagna a risarcire con 30mila euro per danni morali Ines del Rio, che ha finora scontato 26 anni e 2 mesi di detenzione. La sentenza definitiva apre la porta alla scarcerazione di decine di militanti dell’Eta e ad alcuni detenuti comuni con condanne per reati gravi: secondo la stima della Direzione Penitenziaria, sono 69 i carcerati per reati di terrorismo, dei quali 61 per appartenenza all’Eta, che potrebbero tornare in libertà in una prima fase. A questi se ne aggiungono 6 del Grapo, uno del Gal e uno dell’Ejercito Guerrillero del Pueblo Gallego; oltre a 15 tra assassini e stupratori.
“Danno, dolore, sofferenza, paura, disperazione, vergogna e pena” sono i sentimenti espressi da Angeles Pedraza, presidente dell’Avt, la maggiore associazione di vittime del terrorismo. Il suo collega dell’associazione “Voci contro il Terrorismo”, Francisco Josè Alvarez, ha chiesto al governo di non applicare la sentenza della corte di Strasburgo. Il ministro della giustizia, Alberto Ruiz-Gallardon, in una conferenza stampa con il titolare del dicastero degli Interni, Jorge Fernandez Diez, ha detto che l’esecutivo “si rammarica” per al sentenza di Strasburgo “che riguarda un caso concreto”. “Il governo – ha assicurato il titolare degli interni – non farà marcia indietro nella sua politica antiterrorista e penitenziaria”. La decisione della Corte è stata accolta da applausi da circa 500 attivisti della Sinistra patriottica indipendentista, la Izquierda Abertzale, concentrati davanti alla delegazione del governo a Bilbao.