Se non fosse per un anodino avviso pubblicato sull’Aip (Aviation Information Publication) dell’Ente nazionale per l’assistenza al volo (Enav) e per qualche informazione apparsa sui alcuni siti di spotter aeronautici, delle esercitazioni nucleari che si stanno svolgendo in Italia nessuno saprebbe nulla. Eppure, da oggi alla fine del mese ad Aviano e Ghedi piloti e tecnici delle aeronautiche italiana e di alcuni Paesi Nato si addestrano per prepararsi esattamente a questo: una guerra nucleare.
Steadfast Noon (letteralmente “mezzogiorno risoluto”: bisognerebbe istituire un premio per il miglior nome in codice) è un’esercitazione di cosiddetto cross-servicing, serve cioè a verificare l’interoperabilità dei mezzi e delle procedure dei reparti aerei dotati di capacità nucleare. Le regole per la manipolazione e la gestione delle armi nucleari sono naturalmente rigorosissime e trattandosi di asset strategici che fanno ultimamente capo agli statunitensi sono sottoposte a continue verifiche sul campo. Quest’anno tocca agli italiani.
Aviano si dice ospiti una cinquantina di bombe nucleari del tipo B61-4 in caverne blindate sotterranee WS3 poste in corrispondenza dei ricoveri degli aerei che le dovrebbero usare. Quelle di Aviano sono destinate ai caccia statunitensi del 31st Fighter Wing di stanza nella base friulana. Altre bombe sarebbero a Ghedi, non lontano da Brescia, per l’uso da parte dei Tornado italiani del 6° Stormo. Pare tuttavia che attualmente non vi siano fisicamente ordigni in permanenza nei vault corazzati di questo aeroporto che sarebbero invece conservati per ragioni di sicurezza ad Aviano, anche se sulla base bresciana c’è comunque il personale statunitense del 704th Munss (Munitions Support Squadron) che ha la responsabilità di custodirle e di consegnarle ai piloti italiani in caso di impiego.
La Steadfast Noon si fa a rotazione nei Paesi europei che ospitano armi nucleari. L’anno scorso è toccato alla Germania (aeroporto di Büchel), l’anno prima a Volkel, in Olanda. E nel 2010 di nuovo ad Aviano. Alle esercitazioni partecipano anche i turchi, ma non si ha notizia di Steadfast Noon svolte sul loro territorio in anni recenti. Nella base turca di Incirkl si troverebbero bombe nucleari ma forse la Nato vuol evitare di darne troppa visibilità viste le tensioni dell’area. Tuttavia aerei turchi partecipano all’esercitazione nucleare di questi giorni, come testimoniano le foto pubblicate sul forum italy-spotterdtolit.forumfrre.it.
Assieme alla Steadfast Noon 2013 si svolge anche un’altra esercitazione denominata Cold Igloo. Probabilmente più importante della prima. In questo caso si tratta infatti di una cosiddetta Tac-Eval, valutazione tattica della Nato. Serve a “dare i voti” ai reparti coinvolti, accertarsi se siano o meno idonei a svolgere la missione affidata loro, in questa caso sganciare qualche decina di kiloton radioattivi sulle teste dei nemici. Quali? Lo vedremo al momento opportuno. E se le basi coinvolte sono Aviano, Ghedi e Piacenza (come si può vedere da questa carta ricavata dalle informazioni dell’Aip Enav e pubblicata dal sito Mystery Ship, appassionati che monitorano le comunicazioni radio militari), gli spazio aerei percorsi dai caccia sono soprattutto quelli della costa adriatica (lo scorso gennaio un F-16 statunitense partito da Aviano precipitò al largo di Rimini) e dell’Italia centrale. Superare la Tac-Eval serve per confermare o meno ai reparti l’abilitazione all’uso delle bombe nucleari.
Delle due, la Cold Igloo dunque è quasi certamente l’attività più significativa dal punto di vista politico-militare perché mira a verificare la capacità delle unità aeree coinvolte a condurre con successo la missione assegnata. E conferma la permanenza dello strike nucleare tattico quale attualissima opzione militare che la Nato intende mantenere e sviluppare. Che sta anzi potenziando e ammodernando visto l’annunciato arrivo delle nuove bombe B61-12, versione migliorata e potenziata di quelle attualmente in servizio, grazie a un programma di ammodernamento del valore di oltre 10 miliardi di dollari autorizzato dal presidente Obama. Bombe che, en passant, sono state studiate per gli F-35. Anche quelli italiani. Chi l’avrebbe mai detto?