L’ex senatore Marcello Dell’Utri sarà ascoltato la settimana prossima dalla giunta per le Immunità del Senato nell’ambito della vicenda dell’associazione segreta nota come P3. E’ stato deciso nella riunione del 22 ottobre. Quanto al senatore Denis Verdini, la relatrice avrebbe proposto che fosse la Camera ad occuparsi della vicenda visto che all’epoca dei fatti lui era deputato. E’ da sei mesi che la giunta non riesce a pronunciarsi sulla richiesta del giudice di Roma per poter utilizzare le intercettazioni del fedelissimo di Silvio Berlusconi e di altri illustri imputati nel processo sulla P3, ossia Verdini e Nicola Cosentino. Tanto che il giudice per l’udienza preliminare Elvira Tamburelli il 14 ottobre ha stralciato la posizione dei tre, separando il loro processo da 17 imputati ‘comuni’ è ha disposto per loro il rinvio dell’udienza al 3 dicembre. Nell’ambito dell’procedimento sulla P3 Dell’Utri e Verdini sono accusati di associazione segreta, mentre a Cosentino viene contestata l’accusa di diffamazione.
Secondo l’accusa, Verdini, Cosentino e Dell’Utri, insieme agli altri imputati del processo sulla P3 Flavio Carboni e Arcangelo Martino, avrebbero sviluppato “una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura, della politica e dell’imprenditoria, da sfruttare per i fini segreti del sodalizio, e ciò anche grazie all’attività di promozione di convegni e incontri di studio realizzate per il tramite dell’associazione culturale “Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà” gestita dal geometra Pasquale Lombardi e Martino, ma di fatto finanziata e cogestita in modo occulto da Carboni nella cui attività sarebbero state coinvolte con funzioni diverse, in forma stabile o saltuaria, personalità anche estranee al sodalizio”. In tal modo, si legge negli atti della magistratura, gli imputati “approfittavano delle conoscenze così realizzate per acquisire informazioni riservate; influire sull’esercizio delle funzioni pubbliche rivestite dalle personalità avvicinate dai membri dell’associazione; collocare persone gradite al gruppo in posizione di rilievo in enti pubblici e apparati dello Stato, ottenendone volta a volta vantaggi di varia natura”.
Per poter utilizzare le telefonate dei due ex parlamentari pidiellini e del senatore del Popolo della Libertà, che dovrebbero far luce sui fatti al centro del procedimento penale conosciuto come P3, è necessaria l’autorizzazione della giunta. Che proseguirà l’esame della richiesta di usare le intercettazioni di Verdini e Cosentino, deputati all’epoca dei fatti, e di Dell’Utri, che in quel periodo era senatore. Nel corso della discussione, è stata approvata la proposta della relatrice Stefania Pezzopane (Pd) di fissare, per l’ex senatore Dell’Utri, un termine per la presentazione di eventuali memorie scritte e di riconoscere all’ex parlamentare la possibilità – ove lo ritenga opportuno – di essere audito nella prossima seduta. Scaduto quel termine – e ascoltato eventualmente in audizione Dell’Utri, ove questo lo richieda – la relatrice si è riservata di formulare una proposta in merito alla richiesta di uso delle intercettazioni.
Giustizia & Impunità
Inchiesta P3, la giunta del Senato sentirà Dell’Utri per decidere sulle intercettazioni
Il fedelissimo di Silvio Berlusconi, imputato insieme a Nicola Cosentino e il senatore Denis Verdini nel processo per l'associazione segreta, potrà essere ascoltato su richiesta la settimana prossima. Il giudice di Roma è in attesa da sei mesi per avere l'autorizzazione di utilizzare le telefonate dei tre. Mentre sarà la Camera ad occuparsi del caso del coordinatore del Pdl, perché deputato all'epoca dei fatti
L’ex senatore Marcello Dell’Utri sarà ascoltato la settimana prossima dalla giunta per le Immunità del Senato nell’ambito della vicenda dell’associazione segreta nota come P3. E’ stato deciso nella riunione del 22 ottobre. Quanto al senatore Denis Verdini, la relatrice avrebbe proposto che fosse la Camera ad occuparsi della vicenda visto che all’epoca dei fatti lui era deputato. E’ da sei mesi che la giunta non riesce a pronunciarsi sulla richiesta del giudice di Roma per poter utilizzare le intercettazioni del fedelissimo di Silvio Berlusconi e di altri illustri imputati nel processo sulla P3, ossia Verdini e Nicola Cosentino. Tanto che il giudice per l’udienza preliminare Elvira Tamburelli il 14 ottobre ha stralciato la posizione dei tre, separando il loro processo da 17 imputati ‘comuni’ è ha disposto per loro il rinvio dell’udienza al 3 dicembre. Nell’ambito dell’procedimento sulla P3 Dell’Utri e Verdini sono accusati di associazione segreta, mentre a Cosentino viene contestata l’accusa di diffamazione.
Secondo l’accusa, Verdini, Cosentino e Dell’Utri, insieme agli altri imputati del processo sulla P3 Flavio Carboni e Arcangelo Martino, avrebbero sviluppato “una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura, della politica e dell’imprenditoria, da sfruttare per i fini segreti del sodalizio, e ciò anche grazie all’attività di promozione di convegni e incontri di studio realizzate per il tramite dell’associazione culturale “Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà” gestita dal geometra Pasquale Lombardi e Martino, ma di fatto finanziata e cogestita in modo occulto da Carboni nella cui attività sarebbero state coinvolte con funzioni diverse, in forma stabile o saltuaria, personalità anche estranee al sodalizio”. In tal modo, si legge negli atti della magistratura, gli imputati “approfittavano delle conoscenze così realizzate per acquisire informazioni riservate; influire sull’esercizio delle funzioni pubbliche rivestite dalle personalità avvicinate dai membri dell’associazione; collocare persone gradite al gruppo in posizione di rilievo in enti pubblici e apparati dello Stato, ottenendone volta a volta vantaggi di varia natura”.
Per poter utilizzare le telefonate dei due ex parlamentari pidiellini e del senatore del Popolo della Libertà, che dovrebbero far luce sui fatti al centro del procedimento penale conosciuto come P3, è necessaria l’autorizzazione della giunta. Che proseguirà l’esame della richiesta di usare le intercettazioni di Verdini e Cosentino, deputati all’epoca dei fatti, e di Dell’Utri, che in quel periodo era senatore. Nel corso della discussione, è stata approvata la proposta della relatrice Stefania Pezzopane (Pd) di fissare, per l’ex senatore Dell’Utri, un termine per la presentazione di eventuali memorie scritte e di riconoscere all’ex parlamentare la possibilità – ove lo ritenga opportuno – di essere audito nella prossima seduta. Scaduto quel termine – e ascoltato eventualmente in audizione Dell’Utri, ove questo lo richieda – la relatrice si è riservata di formulare una proposta in merito alla richiesta di uso delle intercettazioni.
Il potere dei segreti
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Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio europeo sarà il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, un passo decisivo e allo stesso tempo una necessità improcrastinabile per dotare l’Europa di un’infrastruttura finanziaria capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo più fare a meno se vogliamo sostenere la competitività. Non possiamo più fingere di non vedere come ogni anno oltre 300 miliardi di euro di liquidità europea finiscano in investimenti extra Ue. Sono investimenti che abbiamo la possibilità, e il dovere, di intercettare. Il Vertice Euro, in agenda per giovedì pomeriggio, ci darà l’occasione di approfondire questi temi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - La procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici in relazione alla morte di Andrea Purgatori, avvenuta nel luglio 2023. L’accusa contestata è di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani. Ora la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che prenderà il via il prossimo 19 settembre.