Politica

Datagate, Europarlamento chiede lo stop al programma antiterrorismo con Usa

Ma la Commissione risponde: "L'accordo con gli Stati Uniti resta in piedi". Il sottosegretario con delega all'intelligence, Marco Minniti, è stato ascoltato dal Copasir: "I servizi segreti non sapevano". La questione è stata discussa anche nell'incontro tra il premier Letta e il segretario di Stato Usa John Kerry

Dura reazione del Parlamento europeo ai nuovi sviluppi del caso Datagate. Strasburgo ha infatti approvato una risoluzione non vincolante che chiede alla Ue di sospendere l’accordo con gli Usa per il programma anti-terrorismo di tracciamento delle finanze. Si tratta di una risposta alle presunte intercettazioni che gli Usa avrebbero fatto ai danni dei cittadini europei attraverso la banca dati Swift. La risoluzione, proposta da Verdi e socialdemocratici, è passata a larga maggioranza. La Commissione Ue, per bocca della commissaria agli affari interni Cecilia Malmstrom, “prende nota” della richiesta del Parlamento Ue , ricorda di aver già chiesto assicurazioni e informazioni agli Usa sul corretto utilizzo dei dati europei, assicura che chiederà nuove “rassicurazioni scritte”. Ma ribadisce che “l’accordo resta in piedi“.

Intanto, dopo le rivelazioni dei giorni scorsi in Francia del quotidiano Le Monde sulle telefonate intercettate dalla National Security Agency, anche in Italia aumentano le preoccupazioni. Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’intelligence, è stato ascoltato dal Copasir. “Mi sento di escludere che i servizi sapessero della raccolta dati degli Usa sulle comunicazioni italiane”, ha spiegato il sottosegretario, confermando “la non conoscenza dell’esistenza del programma Prism da parte del governo e della nostra intelligence”. E ha precisato: “E’ stata garantita la privacy delle comunicazioni tra cittadini italiani all’interno del territorio nazionale, oltre che delle comunicazioni originate dalle sedi diplomatiche all’estero”. Il sottosegretario ha poi specificato come, relativamente al caso Datagate, ci sia stata una collaborazione con gli Stati Uniti: “Fin dalle prime notizie di stampa sul caso Snowden sono stati attivati canali diretti con gli Usa, con lo svolgimento di importanti incontri bilaterali, ai massimi livelli tecnici, che si sono aggiunti agli incontri svolti dal gruppo di lavoro Ue-Usa costituito appositamente lo scorso mese di luglio”. 

Ma l’audizione di Minniti non ha convinto i membri del Copasir. “Desta preoccupazione il fatto che nessuno è in grado di dire che il fenomeno sia limitato alla Francia, anzi, la logica fa pensare che possa essere successo anche altrove”, ha commentato il segretario Felice Casson. Ancora più perplesso Claudio Fava (Sel): “Minniti ci ha voluto tranquillizzare sul Datagate, dicendo che si sente di escludere che anche in Italia, come in Francia, sia avvenuta una raccolta di dati da parte degli Usa. Ma io non esco tranquillo da questa audizione”. E ancora: “Non c’è nessuna ragione per ritenere che quanto è venuto fuori in Francia non sia accaduto anche in Italia”.

La questione è stata affrontata anche nell’incontro di Palazzo Chigi tra il capo del governo Enrico Letta e il segretario di Stato Usa John Kerry, in Italia per parlare con il premier israeliano Benyamin Netanyahu del processo di pace in Medio Oriente. Il vertice è durato circa un’ora, tra i temi trattati c’è stato l’approfondimento delle questioni Libia e Siria, ma soprattutto i chiarimenti sulle intercettazioni Usa delle comunicazioni europee. Il premier Letta ha “posto la questione del datagate”, ponendo la “necessità di verificare la veridicità delle indiscrezioni” su eventuali “violazioni della privacy“, riscontrando “atteggiamento cooperativo”. Il segretario Kerry ha risposto specificando: “Il nostro obiettivo è di trovare il giusto equilibrio tra la protezione della sicurezza e la privacy dei nostri cittadini”.

“Noi abbiamo un dovere di chiarezza”, ha commentato il ministro dell’interno Angelino Alfano, “nei confronti dei cittadini italiani: dobbiamo acquisire tutta la verità e dire tutta la verità senza guardare in faccia a nessuno”. L’ennesima conferma del controllo anche in Italia è arrivato da Vincent Cannistraro, ex direttore dell’ufficio italiano della Cia in un’intervista al Corriere della Sera: “Megadata è un sistema di intercettazione globale che scatta quando i computer leggono certi nomi o numeri, sentono certi suoni, vedono certe immagini. Non solo: una volta così allertato, può selezionare i Paesi su cui concentrarsi per qualche tempo. Se è vero che la National Security Agency (Nsa) spia anche sui governi e sulle industrie, cosa di cui non sono affatto sicuro, non credo che Roma, e persino Washington, possano essere state risparmiate”. Per Cannistraro non ci sarà una crisi di fiducia tra America ed Europa. “A poco a poco tutti insieme adotteremo le misure più opportune a imbrigliare i grandi fratelli elettronici. Rassegniamoci però alla realtà dell’era digitale. Una volta si ammoniva: taci, il nemico ti ascolta. Adesso si ammonisce anche: l’amico ti ascolta”.