Basta calunnie. Basta voci e faziosità che destabilizzano il governo e gettano ombre sulle “istituzioni di garanzia”, qui comprese naturalmente la presidenza della Repubblica. Giorgio Napolitano punta di nuovo il dito contro quelle che definisce “invenzioni calunniose che inquinano il dibattito politico” e condizionano, aggiunge, “la vita pubblica e l’opinione dei cittadini”. Queste ultime, dice il capo dello Stato, “sono condizionate e deviate da un’onda diffusa e continua di vociferazioni, di faziosità, di invenzioni calunniose, che inquinano il dibattito politico e mirano non solo a destabilizzare un equilibrio di governo, ma a gettare ombre in particolare sulle Istituzioni di più alta garanzia e di imparziale ed unitaria rappresentanza nazionale”. Una nuova reazione dopo quella di ieri quando aveva definito “panzane” le prese di posizione raccolte dal Fatto tra gli esponenti del Pdl che lamentavano il mancato rispetto di un presunto patto tra il Quirinale e Silvio Berlusconi per un provvedimento di grazia. Una circostanza più volta ribadita in queste settimane da tutti i giornali, di ogni ispirazione.
“Mi auguro – ha proseguito – che a ciò si sappia reagire in diversi ambiti, compreso quello dell’informazione, così delicato e così esposto a quelle fuorvianti tendenze. C’è comunque chi ha il dovere, per la responsabilità che gli spetta, di non cedere ad un clima avvelenato, magari per mettersi al riparo da provocazioni che impunemente tentano a colpirlo”.
In questo contesto Napolitano è tornato anche sul suo messaggio alle Camere sul sovraffollamento delle carceri del quale “è stata da più parti alimentata una rappresentazione contraffatta, grossolanamente strumentale”. Il presidente ha ricordato peraltro che in quel messaggio “si indicavano dati di fatto, cifre non occultabili e scadenze non eludibili”. Anche in questo solco si inserisce l’ennesimo invito a “non cedere ad un clima avvelenato, magari per mettersi a riparo da provocazioni che impunemente tendono a colpirlo”. Sui temi del messaggio alle Camere “il Parlamento farà in assoluta libertà le sue scelte”: da parte mia assicuro che non mi sottrarrò “a nessun adempimento scomodo o facilmente aggredibile che sia, purché rientri nei limiti del mio mandato”.