“Me l’aspettavo, vogliono farmi fuori a tutti i costi, mi chiedo dove vogliano arrivare e cosa dovrò aspettarmi ancora… Ormai le procure hanno lanciato la sfida finale contro di me”. Silvio Berlusconi si sente sempre più accerchiato e vede ridotte al lumicino le possibilità di sopravvivere al fuoco di fila dei presunti pm politicizzati.
Il rinvio a giudizio per il caso De Gregorio, avrebbe confidato il Cavaliere ai suoi, né è la prova. “Non c’è nessun governo di larghe intese che tenga, sono stato sempre responsabile e leale con tutti, e mi ripagano così” si sarebbe sfogato. Il leader, raccontano chi gli è vicina, sarebbe ancora una volta tentato da far saltare il tavolo, ma si morde la lingua. Berlusconi non si sente al sicuro, si vede già in galera una volta dichiarato decaduto. Ce l’ha con tutti, con il partito, lacerato dalla guerra interna, quando tutti invece dovrebbero ringraziarlo per quanto fatto. E’ deluso dalle beghe di cortile che dividono il Pdl, vede che tutti lo considerano ormai finito e prossimo a lasciare la scena politico. Il 2 ottobre, il giorno del sì a sorpresa al governo Letta, raccontano, il Cavaliere ha avuto ben chiaro il quadro e chi lo ha tradito e ora non si fa più illusioni. Prende tempo, convoca separatamente in serata Angelino Alfano e Raffaele Fitto per incassare una tregua armata. L’inchiesta di Napoli fa paura, come la vicenda Ruby.
I legali dell’ex premier si aspettavano questa ulteriore tegola giudiziaria, ma preoccupa l’accoglimento della richiesta di patteggiamento a 20 mesi di Sergio De Gregorio, che vale come prova. Il Pdl va su tutte le furie e gli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona parlano di “decisione davvero straordinaria, visto che solo pochi mesi or sono, lo stesso ufficio gip, con diverso giudice, aveva stabilito la improcedibilità del richiesto giudizio immediato rilevando insussistente l’ipotesi corruttiva. Oggi, invece, sugli stessi elementi viene fissato il giudizio”.