Boicottati dai professori durante la campagna elettorale, esclusi dall’organizzazione delle assemblee di istituto, votati ma non eletti a causa di un regolamento scolastico applicato solo quest’anno. I militanti di Blocco studentesco dell’istituto tecnico Galileo Galilei di San Secondo parmense lanciano accuse precise contro docenti e dirigenza della scuola e protestano davanti ai cancelli dopo l’esito delle elezioni studentesche. Volantini e due striscioni con scritte come “siam leoni contro iene” e “politicamente corretti solo quando vi pare” per denunciare la “squallida gestione delle elezioni d’istituto” in cui erano candidati anche alcuni rappresentanti del movimento di estrema destra, due dei quali sono stati eletti nella consulta provinciale.
Blocco studentesco però ha denunciato scorrettezze nei confronti dei candidati appartenenti al movimento da parte di alcuni professori, che avrebbero tentato “di boicottare la lista considerata ‘scomoda’ per l’istituto mettendo in piedi il classico teatrino delle miserie antifasciste”. Secondo il responsabile provinciale Riccardo Rigoni, “non solo è stata attuata una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti dei candidati che pur non avendo mai avuto problemi con la giustizia sono stati additati come i peggiori criminali, ma taluni professori si sono anche intromessi nei dibattiti pubblici tra le liste, cercando costantemente di far apparire il Blocco Studentesco come un’associazione a delinquere”.
La denuncia riguarda anche l’esito delle elezioni: dalle urne uno dei candidati di Blocco studentesco è risultato il secondo più votato. Ma quest’anno, spiegano i rappresentanti del movimento, si sarebbe deciso di applicare un regolamento mai utilizzato, “secondo cui non viene eletto il rappresentante con più voti, come sempre avvenuto in questa scuola, ma il rappresentante con più voti della lista più votata”. Infine, i rappresentanti lamentano di essere stati esclusi dall’organizzazione della prima assemblea di istituto “nonostante i professori – spiegano – vista la quasi parità tra le liste in campo, avessero promesso di includere tutti i candidati”.
Tutte accuse puntualmente smentite dal dirigente scolastico Sergio Olivati, che ha ribadito la regolarità delle elezioni e la trasparenza sul metodo di assegnazione dei seggi, puntando il dito invece su Blocco studentesco: “L’istituto non ha alcun motivo per ricevere da esterni lezioni di supposta ‘democrazia’, quando vi sono gli spazi e le modalità per tutti coloro che ne fanno parte di esprimere o manifestare il proprio contributo”.
Secondo il dirigente “le elezioni scolastiche si sono svolte secondo un criterio consolidato da anni” e il criterio di attribuzione dei seggi per il consiglio di istituto è stato spiegato ai candidati in più occasioni. L’istituto ribatte anche sulla presunta campagna diffamatoria: “non solo non è mai avvenuta – spiega il dirigente – ma, essendo stata immaginata, è stata più volte sconfessata. La dirigenza ha improntato ogni intervento al criterio di imparzialità tra le diverse liste. Non risulta, in ogni caso, che siano state espresse in alcuna sede valutazioni in ordine al profilo comportamentale dei candidati”. Per quanto riguarda infine l’organizzazione dell’assemblea, la scuola ha chiarito che è un compito dei rappresentanti degli studenti, anche se l’istituto li orienta a coinvolgere tutte le componenti studentesche.
“L’istituto – ha concluso Olivati – rigetta ogni intervento strumentale ispirato a logiche di parte e che si serve di pochi allievi per cercare una visibilità che non solo non merita, ma che dimostra i secondi fini ai quali si ispira”.