Gli ultimi avvenimenti mi hanno convinto. È necessario recuperare una giustizia dal volto umano; che tenga conto dei fatti, ma anche delle persone e delle motivazioni. Per esempio. B. ha perso le elezioni; gli basta un pugno di parlamentari per far cadere il governo; questi, proprio quando serve, si trovano; in concomitanza con questi eventi – almeno in un caso (De Gregorio) ne esistono prove certe – c’è un passaggio di denaro. In base a questi fatti una giustizia dal volto umano, cioè obbediente a logiche umane, arriverebbe subito alla conclusione: i parlamentari hanno cambiato casacca perché sono stati pagati.
Ma la giustizia dal volto umano tiene conto anche delle persone: Scilipoti e Razzi, deputati Idv; e De Gregorio, senatore Idv. Le loro stimmate sono suggestive. Nel dicembre 2010, dopo il voto di fiducia al governo B., ottenuto grazie al voto determinante di Scilipoti, alcuni manifestanti che avevano inneggiato a Scilipoti avanti al Parlamento dichiararono di averlo fatto perché pagati dallo stesso Scilipoti che voleva far credere che il suo cambio di casacca aveva trovato il consenso dei suoi elettori. Razzi, dal canto suo, aveva denunciato, nel settembre 2010, una compravendita di deputati e senatori da parte di B.; poi, nel dicembre dello stesso anno, aveva abbandonato l’Idv e votata la fiducia proprio al governo B. De Gregorio, infine, non ha lasciato spazio a dubbi: ho votato per B. perché sono stato pagato.
Sicché la giustizia dal volto umano, mettendo insieme fatti e persone (questo tipo di persone), non avrebbe incertezze: B. ha sicuramente pagato De Gregorio perché cambiasse partito; e probabilmente lo stesso ha fatto con altri parlamentari. Sempre questa giustizia dal volto umano, trovandosi a valutare le spiegazioni dei transfughi (quelli non beccati con le mani nel sacco) e di B. e dei suoi complici, si chiederebbe: quale luce divina ha colpito improvvisamente Scilipoti, indagato per calunnia e falsità in scrittura privata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, in concomitanza con la decisione di Idv di espellere gli indagati? Risposta: questo magari soldi non ne ha presi, gli è stato sufficiente trovare un’anima pia che lo ricoverasse prima di trovarsi in mezzo a una strada. Si chiederebbe: come mai Razzi ha deciso di accasarsi con uno che – lo ha detto lui stesso – si compra i parlamentari? Risposta: si vede che ha ricevuto una proposta che non poteva rifiutare. Si chiederebbe: ma perché non credere a De Gregorio che ha confessato un reato per cui si è beccato 1 anno e 8 mesi di galera? Risposta: infatti gli si deve credere. E siccome, quando le coincidenze sono troppe smettono di essere coincidenze, una giustizia dal volto umano, insomma l’uomo comune, concluderebbe che tutti, tranne De Gregorio, raccontano un mucchio di balle.
Insomma l’uomo comune ride quando un avvocato spiega che B., dando soldi in nero a De Gregorio, al massimo ha violato la legge sul finanziamento dei partiti. La giustizia tout court, quella che applica la legge, pensa: che i soldi dati a De Gregorio fossero destinati a lui o alla sua fondazione, visto che la contropartita era il cambio di casacca, è irrilevante ai fini della sussistenza del reato di corruzione.
Adesso resta solo da fare in fretta perché la pena che toccherebbe a B. in caso di condanna non arriva fino a 8 anni, come previsto dalla legge Severino. Il nostro ha tutte le fortune: a lui si applica la pena vigente nel 2007, quando andò a fare la spesa: 5 anni. Sicché tutto si prescriverà alla fine del 2014.
Il Fatto Quotidiano, 25 Ottobre 2013