La struttura sarà trasformata in casa della salute dopo la riorganizzazione della sanità ferrararese, nonostante le garanzie del Presidente della Regione Vasco Errani. Così i residenti del comune in provincia di Ferrara hanno deciso di iniziare una lunga serie di azioni di protesta
I cittadini occupano l’ospedale contro il “golpe sanitario” di Asl e Regione. Succede a Comacchio, dove la difesa del San Camillo è ormai da anni il simbolo della protesta di comitati e associazioni contro la politica sanitaria locale. A scatenare la reazione spontanea questa volta è stata una lettera che il direttore dell’Asl di Ferrara Paolo Saltari ha consegnato brevi manu al prefetto. Nella sintetica missiva si annuncia il trasferimento dei medici di pediatria. Un primo atto del piano che prevede entro il 31 ottobre l’entrata in funzione dei nuovi servizi così come approvati il 26 giugno scorso con la riorganizzazione della sanità ferrarese, con l’ospedale quindi destinato a diventare una casa della salute.
Peccato che la lettera fosse datata 5 ottobre. Nemmeno il tempo di consentire al sindaco Cinque Stelle Marco Fabbri di convocare con urgenza una commissione sanitaria che i rappresentanti della Consulta popolare del San Camillo, con il pasionario Manrico Mezzogori in testa, sono partiti alla volta dell’ospedale per occuparlo. Una precipitazione degli eventi “dovuta al fatto – spiega Mezzogori – che abbiamo appreso che si erano insediati i medici di base. Ho capito il ‘trucco’ con il quale si sono voluti nascondere anche dietro al prefetto: ieri la consegna della comunicazione, in realtà pronta già dal 5 ottobre, e ora il via immediato al percorso deciso il 26 giugno. Un golpe sanitario organizzato contro i cittadini”.
Ma cos’è successo il 26 giugno? Venne approvata, con il voto contrario di Comacchio, la conferenza territoriale socio sanitaria che ha ridisegnato la sanità ferrarese. Il piano prevede la trasformazione di tre ospedali, tra cui Comacchio, in case della salute, con circa 15 posti letto ognuna, perdendo pronto soccorso e degenze. I comacchiesi rivendicano però l’esistenza di ben due accordi particolari, datati 2001 e 2006 con la Regione. Il primo, nato dopo una quasi insurrezione popolare, prevedeva l’integrazione ospedaliera con il vicino ospedale del Delta. Il secondo, sottoscritto anche da Provincia e Ausl, affidava alla Regione il ruolo di garante dell’attuazione del progetto.
A rafforzare le pretese dei comacchiesi ci sono anche le promesse di Vasco Errani e della presidente della Provincia Marcella Zappaterra, che alla vigilia delle elezioni tranquillizzarono la popolazione circa il futuro dell’ospedale, impegnandosi a non variare i posti letto (erano 59). Le elezioni videro la sconfitta del candidato del Pd a favore dell’attuale sindaco pentastellato e di quelle promesse è rimasto solo il ricordo. Non è servito nemmeno pregare Errani per un incontro istituzionale: “lo chiedo da più di un anno… Eppure è un rappresentante del governo sul territorio, non dell’Azienda Usl”.
A nulla è servito mettere sul piatto della riorganizzazione sanitaria ferrarese il fatto che “l’ospedale di Comacchio rispetta i canoni della spending review”, come ricorda Mezzogori: “in realtà qui si tratta solo di mere scelte politiche. Ferrara è l’unica provincia in Italia che ha costruito con fondi pubblici due ospedali nuovi in campagna (Cona e il delta, ndr), con relative infrastrutture supplementari per garantire fondi alla Coopcostruttori che aveva bisogno di grossi appalti per sopravvivere”. La storia ricorda che Coopcostruttori fallì venne completato dopo oltre vent’anni a suon di centinaia di milioni di euro in più del previsto.
Ecco allora che i comacchiesi non vogliono pagare per scelte prese dall’alto e alle quali si sono sempre mostrati contrari. “Intanto nel 2012 – ricordano i rappresentanti della Consulta, presenti all’occupazione assieme a Comacchio Soccorso, cittadinanza attiva, tribunale dei diritti del malato e i rappresentanti dei medici di base – sono state tolte l’endoscopia e il day surgery. A settembre vogliono chiudere il pronto soccorso, distruggendo un ospedale nuovo, ottimamente funzionante, accreditato nel 2012 e costato 13 milioni di euro”.
Durante l’assemblea nell’ala occupata del San Camillo sono volate anche “parole grosse”. Tutte all’indirizzo dei presunti responsabili del “golpe sanitario”. Il bersaglio preferito è astato il “Pinocchio-Errani”, con epiteti fin troppo eloquenti. Gran parte delle colpe vengono ricondotte “all’imbroglio di Cona, l’inizio della fine, la voragine che ha risucchiato l’intero sistema sanitario ferrarese”.
“Credo che chi ha commesso errori politici in passato debba serenamente riconoscerli – precisa il sindaco -. Mi riferisco al Pd ferrarese che nei suoi ormai settant’anni di governo del territorio ha compiuto molte scelte sbagliate. Una di queste scelte nefaste è stata sicuramente l’ideazione di Cona che ha creato una voragine finanziaria in questa provincia. Per costruire e far funzionare Cona si deve sacrificare tutto il sistema sanitario ferrarese e questo è inaccettabile. Adesso dobbiamo creare fastidi alla Regione, responsabile di aver avallato molte di queste scelte politiche dettate dal Partito”.
Il “fastidio” si sposterà presto a Bologna, sotto la sede di via Aldo Moro. Qui nei prossimi giorni proseguirà la protesta contro la Regione, ritenuta dalla Consulta la principale responsabile “dell’inciucio e dell’imbroglio ai danni dei cittadini comacchiesi e di tutto il basso ferrarese”.