L'assemblea ha approvato il progetto di fusione con Unipol Assicurazioni, Milano Assicurazioni e Premafin
L’assemblea straordinaria degli azionisti di Fonsai, riuniti oggi a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, ha dato il suo via libera al progetto di fusione a quattro, con Unipol Assicurazioni, Premafin ed eventualmente Milano Assicurazioni, per la nascita del colosso assicurativo unico che si chiamerà UnipolSai. Ha espresso voto favorevole il 96,6% delle azioni ammesse al voto, pari al 62,46% del capitale complessivo. Ha espresso voto contrario lo 0,06% delle azioni ammesse al voto, pari allo 0,03% del capitale sociale. Si sono astenuti il 3,33% delle azioni ammesse al voto, pari al 2,15% del capitale. Due sono stati i non votanti. Al momento del voto era presente all’assemblea il 64,66% delle azioni emesse al voto. Poche ore dopo è arrivato anche il via libera, scontato, di Premafin, la ex controllante di Fondiaria,con il voto favorevole dell’80,94% del capitale, quota corrispondente alla partecipazione di Unipol nell’ex holding dei Ligresti. Oltre a Unipol erano in presenti in assemblea solo sette piccoli soci, ciascuno portatore di un pugno di voti.
L’esito, nonostante le crescenti criticità dell’operazione, era scontato visto che Bologna controlla il 100% di Unipol Assicurazioni, il 41,9% di Fonsai e l’81% di Premafin, ma costituisce comunque un passaggio “storico” e rappresenta la tappa finale di una marcia durata quasi due anni tra mille difficoltà, polemiche e strascichi giudiziari. Sabato 26 toccherà a Milano Assicurazioni, il vero gioiellino dell’ex gruppo Ligresti, dare il via libera alla fusione mentre lunedì 28 si riuniranno i soci di risparmio (per evitare brutte sorprese Unipol con un blitz di inizio agosto ha rastrellato il 26,5% del capitale).
Nascerà così il secondo gruppo italiano dopo le Generali, primo nel ramo danni e quinto in quello vita, con 4.500 agenzie, 12mila dipendenti, 16 miliardi di premi al 2012 e l’obiettivo di un utile di oltre 800 milioni al 2015, grazie a 350 milioni di sinergie. “La mission del gruppo sarà concentrarsi sull’attività assicurativa, cioè proporre sicurezza e gestire al meglio le attività affidate dagli assicurati, abbandonando diversificazioni e avventure che in passato hanno caratterizzato la vita di Fonsai”, ha detto l’ad Carlo Cimbri che però non sembra avere nessuna intenzione di abbandonare le posizioni acquisite dai Ligresti in ex salotti di prestigio come Rcs, l’editrice del Corriere della Sera.
“Siamo interessati a che la società venga ben gestita con dei piani industriali credibili, con una determinazione nel realizzarli e il supporto di tutti gli azionisti compreso il nostro”, ha infatti detto a proposito del gruppo editoriale. “A suo tempo ho detto che non intendevamo partecipare al patto ma che saremo rimasti nella società con la nostra quota e avevamo già detto in passato che per noi era imprescindibile ritornare nel pieno possesso della partecipazione e questo è avvenuto”. Poco prima, però, il manager delle coop aveva detto che “tutto ciò che non è assicurazioni, inclusa Unipol Banca, non è core e potrebbe essere ceduto”.
In assemblea non sono mancate le critiche dei piccoli soci, travolti dall’aumento di capitale del 2012 che ha azzerato il valore di chi non ha potuto seguire la ricapitalizzazione. Ma “senza l’aumento la situazione di capitale di Fonsai sarebbe negativa per 600 milioni”, sostiene Cimbri sottolineando che chi ha creduto nell’operazione alla fine ci ha guadagnato (dalla chiusura degli aumenti tutti i titoli hanno segnato rialzi tra l’80 e il 198%). “Voteremo no alla fusione perché sono l’ultimo passaggio di un percorso che non ha tenuto in considerazione gli interessi dell’azionariato diffuso”, ha detto Paolo Fiorio del Movimento Consumatori, in rappresentanza oltre 300 piccoli soci.
Il 3,33% degli astenuti include la Sator di Matteo Arpe, che per mesi ha conteso in una durissima battaglia Fonsai a Unipol. Parlando del futuro Cimbri si è detto favorevole a semplificare la struttura di capitale (“una categoria di azioni unica sarebbe più moderna, più attuale”) ma a patto che si trovi una “soluzione equilibrata” per tutti i soci, quale non è quella offerta da Dario Trevisan, rappresentante degli azionisti di risparmio A (“non è economicamente sostenibile”). Sulla cessione degli 1,7 miliardi di premi della Milano “un soggetto sta effettuando la due diligence” e si tratterà di vedere se a breve “presenterà un’offerta vincolante”. Proseguirà inoltre l’alleggerimento chiesto dall’Ivass sui 6,5 miliardi di derivati (il 19% dell’attivo di UnipolSai). In caso di contestazioni da parte della Consobsul valore del portafoglio, non ci saranno però “modifiche ai concambi” ma “ci confronteremo nel merito” perché le valutazioni del gruppo bolognese “sono solide”, sostiene sempre Cimbri che sempre a proposito della Consob, è arrivato a negare l’incontro del dicembre 2012 con un rappresentante della Commissione di Giuseppe Vegas nella sede bolognese del gruppo assicurativo svelato dal Fatto Quotidiano nelle scorse settimane sulla base di un’informativa di polizia pubblicata integralmente dal fattoquotidiano.it. “Mai nessun uomo Consob è stato presso la società a tenere alcuna riunione o asserita tale”, ha detto ancora in assemblea.