E’ il giorno della resa dei conti nei ranghi del morente Pdl. Il giorno dopo l’ufficio di presidenza che ha sancito l’archiviazione del partito e la rinascita di Forza Italia, si susseguono le dichiarazioni di ‘lealisti’ e ‘governisti’, i primi pronti a esaltare la prova di forza di Silvio Berlusconi, gli altri impegnati a cercare una via d’uscita dall’angolo in cui la mossa improvvisa del Cavaliere li ha relegati.
Tra le fila delle ‘colombe’, è il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello a parlare di una “distanza nel metodo e sulla linea politica” tra le due anime del partito. “Il nodo di fondo – ha spiegato ai microfono di SkyTg24 – è uno, quello del governo”. E ha precisato i termini dello scontro sull’esecutivo: “Alcuni pensano che questo governo, che certamente non è il migliore possibile, debba comunque andare avanti, perché una crisi sarebbe devastante. Altri pensano che questo governo non stia facendo il bisogno del Paese. Questa contraddizione si ritrova anche nel documento votato ieri, da una parte si dice che il governo debba andare avanti, dall’altra che il tema della giustizia potrebbe diventare dirimente”. Il ministro ha specificato la linea dei ‘diversamente berlusconiani’: “Noi pensiamo che Berlusconi vada difeso ma che il problema non possa essere scaricato sul Paese, soprattutto perché lo scenario che si aprirebbe sarebbe molto grave”.
Sul futuro del partito regna la confusione. Nelle scorse settimane, i governisti avevano ripetuto che, in caso di rinascita di Forza Italia, non avrebbero abbandonato la sigla del Pdl. A escludere questa ipotesi, ci pensa Maurizio Gasparri: “Non ci può essere coesistenza tra Pdl e Forza Italia. E’ impossibile in termini di diritto. La impediremo in termini giuridici”. E ha aggiunto: “Se ci sarà una trasformazione, bene. Ma le due formazioni non possono esistere insieme”. Tra le fila dei ‘falchi’, torna in voga l’immagine del traditore Angelino Alfano. “Ritengo molto grave l’ammutinamento e la diserzione di alcuni protagonisti alla riunione di ieri”, ha detto la senatrice Alessandra Mussolini, “se si pensa che il passaggio a Forza Italia era stato salutato da tutti, e sottolineo tutti, solo alcune settimane orsono”. La lealista Pdl ribadisce la linea dei “lealisti”: indietro non si torna. “Comunque, il dado è tratto e il processo è irreversibile – ha fatto sapere Mussolini -. Sarà ancora una volta Berlusconi a guidare il centro destra con rinnovato vigore e con la consapevolezza di dover agire giorno per giorno per alzare una barriera sempre più forte contro l’aumento della pressione fiscale e lo strapotere dello Stato sui cittadini e le imprese”.