Dagli una mano e si prendono amorevolmente il braccio. L’associazione culturale Kinodromo, composta da autori, tecnici, attori e appassionati del cinema, forte del successo della stagione 2012, bissa la gestione del cinema Europa a Bologna anche per l’annata 2013-2014 con un proposito non tanto celato: la possibilità di cogestire, nel caso riaprisse sotto l’egida del Comune di Bologna, la sala del cinema Arcobaleno. Nato proprio dall’esperienza dei cineasti Arcobaleno che nell’autunno 2011 occuparono la sala in pieno centro città, per poi essere sgomberati dalla polizia, il Kinodromo ha dato il via un anno fa alla gestione con relativa riqualificazione della sala Europa di via Pietralata, ad un passo dalla chiusura, di proprietà della Seac Film della famiglia Agostini.
L’avventura, non proprio sostenuta dalle istituzioni locali, tra proiezioni di titoli di nicchia e in esclusiva europea, cult del passato, produzioni locali e performance musicali, ha dato buoni frutti fino al bis per i prossimi sei mesi, due sere fisse a settimana: più 15% di entrate rispetto all’anno precedente, oltre 2000 associati in pochi mesi, 84 film proiettati e 27 associazioni del settore cinematografico chiamate a collaborare. “Un bacino di spettatori che non era stato coinvolto prima dalla nostra sala”, spiega Ginetta Agostini che ha avuto coraggio concedendo una delle sue sale ad un manipolo di sognatori di celluloide e pixel. “Sono contenta perché eravamo destinati a chiudere” conclude.
Ecco allora la partenza lunedì 28 e martedì 29 ottobre con uno dei più bizzarri titoli dell’ultima stagione, mai troppo visto e pubblicizzato perfino dagli autorizzati circuiti di prima visione d’essai: La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli. Il regista tornerà a Bologna e si sta approntando un collegamento via skype con l’attore principale del film, Vincent Gallo. Poi ancora sabato 2 novembre Old Cinema di Davide Rizzo, il bignami sulle sale della città che non ci sono più; il 4 la serata sul crowdfunding con dibattito e anteprima di Donoma, il film francese prodotto con costi bassissimi (150 euro) che ha sbancato il botteghino oltralpe dopo aver impressionato la Settimana della Critica a Cannes. Poi ancora il 19 la serata su Italo Calvino con un ospite d’eccezione come Carlo Di Carlo; e il 25 il blocco di tre film dello storico gruppo di produzione bolognese, Pavonificio Ghinazzi. “Abbiamo raggiunto un obiettivo e ora ci apprestiamo a mettere in piedi una rete di sale anche non italiane con uno scambio di pacchetti di film internazionali – racconta Giulia Giapponesi, presidente del Kinodromo – poi punteremo l’attenzione sul tema del crowdfunding perché il cinema senza grandi sponsor può esistere, ma se in Italia si discute su un disegno di legge per inserire un limite massimo al budget di 5mila euro raccolto dal pubblico online, andiamo poco avanti”.
Infine il sogno da cui il progetto partì: la gestione del cinema Arcobaleno, dal momento che alcuni giorni fa il Comune di Bologna ha annunciato la possibile gestione della centralissima sala per 40 anni, anche se i contatti con la Cineteca di Bologna sembrano già avviati: “Se si riapre uno spazio chiuso è sempre positivo – spiega il regista Davide Labanti, altro componente del gruppo – il nostro interessamento c’è e non è in competizione con quello che facciamo all’Europa. Ci auguriamo che qualcuno ci chiami presto per formare un gruppo di lavoro attorno ad un tavolo e ci auguriamo che certi equilibri gerarchici in città vengano perlomeno rivisti: abbiamo acquisito un know-how importante ripopolando una sala del centro dove altri hanno fallito”.
“Poi un auspicio di cuore – conclude il regista – ci dispiace che ci siano vicende giudiziarie in corso per i ragazzi che occuparono il cinema Arcobaleno due anni fa. Il tipo di denuncia è rimettibile dalla parte offesa, cioè i proprietari dell’immobile. Sono reati infinitesimali, non furti e omicidio. Sarebbe un bel gesto che la cosa si concludesse qui”.