L'ordigno è stato lanciato in un parcheggio interno di fronte all'ingresso. In quell'area si trovano le celle di Alfredo Cospito e Nicola Gai, accusati di aver partecipato alla gambizzazione di Roberto Adinolfi, manager di Ansaldo Nucleare, avvenuta a Genova nel 2012. I due saranno davanti ai giudici il 30 ottobre
Una bomba carta è stata lanciata la scorsa notte, intorno alla 3, in un piazzale del carcere di Ferrara. Alcune persone a bordo di un’auto hanno gettato l’ordigno che – superato il muro di cinta esterno – è piombato all’interno del parcheggio antistante l’ingresso, dove il personale di servizio parcheggia le proprie vetture. Sull’episodio indagano i carabinieri. Di fronte a quest’area si trovano le celle in cui sono detenuti Alfredo Cospito e Nicola Gai, anarchici accusati di aver gambizzato il 7 maggio 2012 a Genova l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. I due – componenti della cellula “Olga” della Federazione anarchica informale/Fronte rivoluzionario internazionale – dopo una permanenza nel carcere di Genova Marassi sono stati trasferiti, prima nel penitenziario di Alessandria e poi in quello di Ferrara. Cospito e Gai sono attesi davanti al gip di Genova, per il rito abbreviato, il prossimo 30 ottobre. Per quel giorno è in programma anche un presidio di anarchici davanti al palazzo di giustizia di Genova che si annuncia “blindato”. Cospito e Gai verranno trasferiti la stessa mattina dal carcere di Ferrara. I due, che hanno chiesto tramite i loro difensori che l’udienza sia pubblica, leggeranno in aula un comunicato politico.
La pista terrorista è confermata anche dal Sappe, uno dei sindacati più rappresentativi della polizia penitenziaria. E stato “molto probabilmente come un atto intimidatorio di matrice terroristica” sostengono Donato Capece, segretario generale del Sappe, e Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato. L’ordigno, raccontano, ha creato “un piccolo cratere, senza fortunatamente arrecare danni a persone ed a cose”. “È chiaro – concludono i due esponenti del Sappe – che le istituzioni, compreso quella penitenziaria, non si faranno intimidire da simili gesti”.