In tutte le precedenti esperienze del tecnico francese in panchina c'è un dato costante: partenza a rilento (ad agosto), calo a novembre (con le coppe) e poi fino alla fine senza intoppi grazie ad una preparazione atletica mirata. E quest'anno i giallorossi non sono in Europa
Roma sempre più magica, prima in classifica con 8 vittorie su 8 partite, il miglior attacco (22 gol) e la miglior difesa (solo 1 gol subito) della Serie A. Eppure, nonostante questi numeri, la domanda di appassionati e addetti ai lavori è sempre la stessa: saprà durare la squadra di Rudi Garcia? Fatti i doverosi scongiuri da parte della tifoseria giallorossa, quello che emerge dall’analisi delle statistiche delle squadre allenate da Garcia è che la Roma dovrebbe essere in grado di tenere un buon ritmo fino al termine della stagione. Il tecnico francese, laureato in scienze motorie con una tesi sulla preparazione fisica, dismessi i panni del calciatore e frequentati gli studi televisivi come giornalista sportivo, ha iniziato la carriera proprio come preparatore atletico prima di diventare vice e poi allenatore al Saint-Etienne. Pertanto tiene molto alla preparazione. Solitamente le sue squadre non partono bene, e hanno un calo in ottobre/novembre in concomitanza con le coppe, mentre in primavera volano. Quest’anno la Roma ha cominciato alla grande, e non ha “il fastidio” delle competizioni europee: tutto quindi sembra poter girare per il verso giusto.
Dato che il sodale Gregory Dupont, preparatore atletico al Lilla, non l’ha seguito in Italia, Garcia quest’anno cura personalmente la preparazione fisica insieme ai collaboratori Frederic Bompard e Claude Fichaux, e la Roma corre. Come correvano le sue squadre in Francia. Fin dai suoi cinque campionati a Dijon (2002-07) si può notare come la squadra fosse contratta ad agosto e avesse un calo verso ottobre novembre, per poi crescere sul finale di stagione: vedi la finale di Coppa di Francia raggiunta dal piccolo club di seconda divisione contro il Chateauroux nel 2004. Nella stagione 2007-08 Garcia passa sulla panchina del Le Mans, non sembra una stagione indimenticabile, la squadra parte malissimo ad agosto (anche se le tre sconfitte sono contro Monaco, Psg e Lione), ha un calo a gennaio e si blocca a marzo con 5 pareggi su 6 partite. Ma il nono posto finale, la semifinale di Coppa di Lega e il buon gioco espresso gli valgono la chiamata del Lilla, dove Garcia aveva giocato per sei stagioni negli anni ’80.
Nella prima stagione al Lilla, senza coppe, Garcia parte di nuovo male ad agosto, con 2 vittorie su 6 partite, poi ha un brusco stop tra metà aprile e metà maggio, con sei partite consecutive senza vittoria, che non impediscono però alla squadra di arrivare quinta e guadagnare l’accesso all’Europa League. L’anno successivo (2009-10) il Lilla parte di nuovo male con 3 sconfitte e un pareggio in campionato ad agosto, quando ci sono anche i preliminari di coppa. Poi una flessione a novembre, sempre in concomitanza con le partite europee, e un esaltante finale di stagione una volta liberatosi dal fardello delle coppe. Nella stagione 2010-11 il copione si ripete, fatica ad agosto e nel periodo ottobre-novembre, poi quando da febbraio può concentrarsi solo sul campionato non la tiene più nessuno, il Lilla vince 10 delle ultime 14 partite e trionfa con il primo posto in classifica. Le stagioni successive, con la partecipazione alla Champions League, sono pressoché uguali, e confermano che Garcia soffre l’agosto e poi il momento di maggior concentrazione delle partite che è intorno a novembre (e ogni tanto a gennaio dove in Francia si giocano anche le due coppe nazionali), mentre a primavera vola.
Certo, il calcio non è solo statistica, e basta una folata di vento per cambiare il destino di una partita e quindi di una stagione, ma in casa giallorossa possono essere rinfrancati da questi numeri. Perché in Serie A non si gioca ad agosto, e perché la Roma senza coppe può giocare una volta alla settimana. Anche i recenti infortuni non sembrano così gravi, da Gervinho pronto a rientrare al massimo tra due domeniche, fino a Totti, appena dipinto dal Guardian come un prestigioso Brunello di Montalcino che più invecchia più impreziosisce, che nelle sei settimane di assenza potrebbe trovare un sostituto naturale in Ljajic o in Borriello. Nel secondo caso cambierebbe la fase offensiva, ma non il modulo, quel 4-3-3 che Rudi Garcia fin dai tempi del Dijon, e poi del Lille e della Roma, ha sempre prediletto con poche variazioni in corsa (4-2-3-1, 4-3-1-2). Sempre tenendo a mente che il raffinato tattico Garcia nasce come preparatore atletico, che quando le sue squadre possono concentrarsi sul campionato rendono al massimo, e concedendo ai tifosi giallorossi il tempo di un ulteriore gesto scaramantico, i numeri dicono che se passa l’inverno la primavera di Garcia sarà una sinfonia.