Comprendo che il tema non interessi più quasi nessuno, del resto troppi tradimenti e troppe omissioni rendono più che legittimo il disincanto e persino il fastidio. Eppure sarà il caso di tornare a parlare di conflitto di interessi e di Rai, come per altro il Fatto Quotidiano non ha mai smesso di fare.
In questi giorni hanno ripreso vigore le polemiche sui compensi, sugli sprechi, sulla possibile privatizzazione.
Alcune delle denunce sono sacrosante e sarebbe sbagliato alzare le spalle. Del resto il gruppo dirigente è stato nominato con la legge Gasparri che affida in esclusiva al governo e ad alcuni partiti il potere di nomina, da qui la persistenza di vecchi metodi, antichi lotti e vecchi giri di potere.
Eppure il nucleo duro dell’assalto di queste ore non ha nulla a che vedere con queste legittime critiche.
Chi oggi guida il fronte dei privatizzatori fa parte del governo, oppure è stato ed è un sodale di Berlusconi, a cominciare da quel Tarek Ben Ammar che ha già annunciato il suo interessamento per le sorti della Rai e di La7.
Chi parla di possibile privatizzazione, a cominciare dal ministro Saccomanni e dal vice ministro Catricalà, avrebbe il dovere di indicare dove, come e quando intendano risolvere il conflitto di interessi, tanto più che, dopo il babbo, potrebbe essere proprio la figlia a guidare la destra alle prossime elezioni.
Dal momento che sembrano aver riscoperto il tema perché mai i ministri interessati non annunciano una legge per cambiare la fonte di nomina della Rai e delle Autorità di garanzia?
Nei cassetti dormono decine di proposte, una di queste, preparata da Tana De Zulueta e sottoscritta da decine di migliaia di cittadine e di cittadini, già prevede di tagliare il cordone ombelicale rispetto a qualsiasi governo e a qualsiasi partito.
Perché non si comincia da qui? Perché non fanno un decreto urgente con tanto di voto di fiducia? Perché non chiedono ai berlusconiani, ai diversamente berlusconiani e a loro stessi, di fare quello che l’Europa ci ha chiesto di fare?
Cosi non sarà, preferiranno fingere di azzuffarsi su compensi e privatizzazione annunciate, ma non sfioreranno in modo alcuno il perimetro del conflitto di interessi.
La famiglia Berlusconi ringrazia!