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Halloween, il Vescovo fa saltare la festa al Castello di Rossena: “Annullata”

Il grande evento nel celebre luogo alle porte della città non avrà luogo dopo la scomunica del rappresentante della diocesi locale: "Evitiamo strumentalizzazioni"
Halloween, il Vescovo fa saltare la festa al Castello di Rossena: “Annullata”
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Annullata. La grande festa nel celebre castello di Rossena alle porte di Reggio Emilia, tra maschere, dolcetti e travestimenti, salta per “evitare strumentalizzazioni”. Se nella città del Tricolore non si ha notizia di manifestazioni anti Halloween (annunciate a Bologna e Imola),  l’evento programmato per il prossimo 31 ottobre al castello di Rossena non avrà luogo. La decisione è stata presa al termine di un incontro avvenuto nella sede della Curia tra Laura Iotti, responsabile del Centro turistico giovanile (Ctg), ente gestore del castello e promotore dell’evento, e don Alberto Nicelli, vicario generale della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, proprietaria dell’immobile tramite un ente con propria personalità giuridica, ma sottoposto al controllo della stessa diocesi. Ctg e diocesi hanno convenuto sull’opportunità di soprassedere all’organizzazione dell’evento, “per non dare adito a confusioni e possibili strumentalizzazioni sulla vicenda”.

“La festa dei santi non può essere in nessun modo sostituita da Halloween”, ha dichiarato il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca in una nota diffusa sul sito internet della Diocesi. Ricordando il recente documento dei vescovi dell’Emilia-Romagna su “Religiosità alternativa, sette e spiritualismo”, Camisasca prende quindi duramente posizione contro “quelle celebrazioni pagane in cui si festeggiano una zucca vuota illuminata al suo interno, fantasiosi fantasmi e folletti, immaginari mostri, streghe e vampiri”. Per il vescovo dunque, “il diffondersi di Halloween mostra che le nostre comunità hanno spesso perduto il senso della festa e anche l’occasione di far festa intorno agli eventi della vita di Gesù e dei santi. Occorre riscoprire la gioia della fede”. E “perchè questo possa accadere è necessario che la fede torni ad essere un’esperienza viva, consapevole, capace di dare forma alla vita”. È cio’, conclude il vescovo, “che la diocesi si propone di aiutare a vivere nell’anno pastorale che comincia, dedicato alla fede della Chiesa”.

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