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Lodo Mondadori, l’incasso salva i conti del gruppo De Benedetti

A livello contabile la posta di 319,3 milioni portata da Fininvest dopo la sentenza della Cassazione basta a malapena per coprire la svalutazione da 287,2 milioni della controllata Sorgenia e così Cir chiude i nove mesi con un utile di 10,7 milioni

Rodolfo De Benedetti dovrà ricredersi sulla validità degli investimenti nell’editoria verso la quale in passato gli è stata attribuita, a torto o a ragione, una certa avversione. Eppure è proprio da quell’area di business, complice Silvio Berlusconi, che la sua holding di famiglia, Cir, ha chiuso i primi nove mesi del 2013 con un risultato contabile consolidato positivo per 10,7 milioni di euro. Sono due, infatti, le operazioni straordinarie che hanno influenzato il conto economico al 30 settembre 2013 della finanziaria che controlla il gruppo Espresso. Da una parte c’è l’incasso del risarcimento ricevuto da Fininvest per il Lodo Mondadori in seguito alla sentenza della Cassazione del 17 settembre scorso, cioè 491,3 milioni di euro, nel conto economico al netto delle spese legali e delle imposte sono diventati una posta contabile da 319,3 milioni. Dall’altra c’è una maxi svalutazione da 287,2 milioni di euro effettuata nello stesso periodo dalla controllata per l’energia, Sorgenia, che certo non modifica l’entità dell’incasso registrato dalla capogruppo Cir spa, ma a livello contabile ne ha annacquato notevolmente la portata. 

In altre parole, quindi, De Benedetti jr. non potrà che ringraziare Berlusconi e l’editoria che gli hanno consentito di coprire le perdite messe a segno dalle altre attività industriali del gruppo e, in particolare, dall’energia. Un’area che sta generando non pochi grattacapi alla famiglia piemontese che, con un po’ di ritardo rispetto agli altri operatori, sta facendo i conti con lo sboom dell’attività. E con i relativi debiti superiori a 1,7 miliardi di euro verso il sistema bancario, Mediobanca in primis, seguita da Mps, Intesa e Unicredit. Più della metà della somma, oltre un miliardo, scadrà nel prossimo triennio, con circa 780 milioni che andrebbero resi alle banche tra il 2014 e il 2015. Proprio su questo fronte sta lavorando il nuovo ad Andrea Mangoni che si è insediato a fine luglio, quando la società di cui Cir controlla il 52% aveva appena avviato le trattative con gli istituti ottenendo, secondo quanto riportato dal Messaggero il 27 luglio scorso, un primo congelamento di una rata di 30 milioni su un residuo prestito da 570 milioni per un project financing di Sorgenia Power che scadeva a giugno. Le successive, poi, sempre secondo il quotidiano capitolino, miravano a una revisione delle condizioni del rimborso e delle scadenze intermedie. La trattativa è ancora aperta e ad affiancare Montani è da poco arrivata Lazard.

Intanto Sorgenia ha dato il via alle pulizie del bilancio che, dopo svalutazioni di attività per complessivi 396,6 milioni, ha chiuso i primi nove mesi del 2013 con una perdita netta di 434,3 milioni che si confronta con il rosso di 77,1 milioni dell’anno prima. In dettaglio, Sorgenia ha svalutato le attività internazionali nell’E&P, l’avviamento (goodwill) nelle attività rinnovabili, oltre alle svalutazioni di Energia Italiana/Tirreno Power, delle altre partecipazioni a patrimonio netto e dei crediti, si legge nella nota con cui Cir ha annunciato i conti. Nella quale si precisa anche che “proseguono le azioni avviate da Sorgenia negli scorsi trimestri per fare fronte alla recessione in atto in Italia e alle difficoltà del mercato energetico nazionale. In particolare la società è impegnata su tre obiettivi prioritari: rifocalizzazione sul core business della generazione e vendita di energia, riduzione dell’indebitamento e recupero di marginalità”.

Quanto all’incasso del Lodo Mondadori, Cir allo stato, “non prevede significativi impieghi della propria liquidità nel breve periodo”. Eventuali futuri utilizzi delle risorse a disposizione “saranno valutati nell’interesse dello sviluppo del gruppo e di tutti gli azionisti”. Del resto nell’ultima parte del 2013 “l’andamento sarà influenzato dall’evoluzione del contesto macroeconomico, in particolare dall’andamento dell’economia italiana, caratterizzata da una perdurante recessione”. In questo contesto, “tutte le principali controllate operative del gruppo proseguiranno le azioni di efficienza gestionale senza tuttavia rinunciare alle iniziative di sviluppo delle attività”.