Il procuratore capo di Milano paragona l'Italia alla Francia: "In fatto di atteggiamenti anti istituzionali siamo avanti noi". E i berlusconiani perdono la testa: "Gravissime le sue allusioni"
In attesa che il Pdl-Forza Italia trovi una sintesi o arrivi alla spaccatura definitiva sul futuro da percorrere i berlusconiani hanno molto chiara la linea sul rapporto con la magistratura. Una linea dettata dai cosiddetti “falchi”. Questa volta nel mirino finisce Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo di Milano. Basta una sua riflessione senza riferimenti palesi sullo stato di salute delle istituzioni italiane negli ultimi anni e il Popolo delle Libertà esplode in grida di scandalo. La domenica dei parlamentari azzurri è occupata quasi interamente dall’impegno per sferrare il colpo contro Bruti. Colpevole, quest’ultimo, di aver commentato – durante il congresso dell’Anm – le parole pronunciate poco prima dal giurista francese Antoine Garapon che segnalava gli atteggiamenti anti istituzionali dell’ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy: “Una volta tanto possiamo fare gli sciovinisti con i francesi – ha detto Bruti – Sarkozy quanto ad atteggiamenti anti istituzionali ne ha da fare di strada. Noi siamo andati molto ma molto avanti, possiamo dare qualche lezione”.
Il Pdl ci vede una “gravissima allusione” a Silvio Berlusconi. Così parte l’attacco e la linea, come detto, la indicano i duri e puri. In particolare l’ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma, ora presidente della commissione Giustizia al Senato e forte sostenitore di una “riforma della giustizia” (per questo per esempio è stato tra coloro che non hanno seguito il partito nel voto favorevole al disegno di legge sulle riforme istituzionali”. “E’ accaduta una cosa gravissima – ha commentato Palma – Il procuratore di Milano, titolare dell’ufficio presso il quale pende un procedimento a carico di Silvio Berlusconi, ha fatto un chiaro riferimento” al leader del Pdl. “Mi chiedo se questo porti acqua al mulino della sua serenità”. Indignato, l’ex Guardasigilli annuncia che porrà “un caso politico: ne parlerò con Berlusconi e Alfano”. L’associazione magistrati risponde subito con il presidente Rodolfo Sabelli: “Escludo – dice – che il procuratore BrutiLiberati possa non essere imparziale. Di polemiche ne abbiamo viste tante, la giustizia non e ha bisogno”.
Da qui in avanti si accende un botta e risposta che culminerà con le parole di Daniela Santanchè: “Venti giorni fa Esposito, l’altro ieri De Santis, ieri il dottor Carbone, oggi Bruti Liberati: Berlusconi ha diritto a un processo sereno e deve essere giudicato da questi che ormai pubblicamente gli buttano l’odio in faccia. Questo è il problema: a Berlusconi è negato l’essere giudicato da magistrati senza pregiudizi e odio politico. Per questi, naturalmente, mai un procedimento disciplinare”.
Peraltro lo stesso Bruti durante il suo intervento al congresso dell’Anm aveva invitato la categoria ad evitare lo scontro frontale quando è possibile. “Bisogna sdrammatizzare un po’ gli attacchi – aveva affermato – disinteressarsi degli insulti ed evitare un eccessivo ricorso alle pratiche a tutela”, che per essere efficaci vanno usate “con dosaggio”. Una richiesta ai colleghi magistrati di essere “meno suscettibili”. “La critica, anche più aspra, da parte dell’opinione pubblica, deve essere da noi accettata – aveva osservato il procuratore durante il dibattito – dobbiamo invece temere la piazza che fa consenso e mi riferisco al consenso del singolo processo. Non c’è niente di più grave”.
Bruti ha avuto bisogno probabilmente di tutte queste precauzioni per far fronte alla cascata di dichiarazioni che i ritrovati forzisti gli hanno riservato per tutta la domenica. E’ soprattutto Nitto Palma a spingere sull’acceleratore: “Ma è così difficile – si chiede – comprendere che se si vuole rasserenare il clima dichiarazioni come quelle di Bruti Liberati non giovano e che il punto non è la certezza della terzietà da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati, ma l’affidabilità sulla terzietà da parte di chi è coinvolto in indagini?”. Palma era presenta alla rotonda mentre parlava Bruti: “Proprio per rispetto al presidente Sabelli ed ai magistrati presenti non ho lasciato la sala non appena il dottor Bruti Liberati ha proferito la nota negativa valutazione sul presidente Berlusconi” (cioè quella del paragone tra Francia e Italia). “Dica, anche, Sabelli se quella frase può assumere rilevanza ai sensi dell’art. 2 lettera V della normativa disciplinare. Ho grande stima per il dottor Sabelli e penso di conoscere fin da ora la sua risposta”.
Le dichiarazioni di Palma funzionano come lo start alla finale dei 100 metri delle Olimpiadi. Da quel momento si moltiplicano le dichiarazioni degli esponenti Pdl, da Cinzia Bonfrisco e Dorina Bianchi (“Le parole di Bruti lasciano basiti”) al vicepresidente della Camera Simone Balducci, dai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta a Maurizio Gasparri e Maria Elisabetta Alberti Casellati. E il partito ritrova finalmente l’unità, perché nel coro si fanno notare anche le cosiddette “colombe”. “Bruti Liberati – dichiara Fabrizio Cicchitto – è notoriamente uno dei più significativi leader di quel soggetto politico-giudiziario che si chiama Magistratura democratica. Rispetto ai politici tradizionali egli ha certamente una marcia in più perché può combinare insieme l’azione politica con l’esercizio della giurisdizione in chiave inquirente. E’ poi evidente che svolgendo questo ruolo ovviamente non è terzo né fra le parti né fra i partiti. E soggettivamente è una limpida dimostrazione dell’anomalia italiana”.
A difesa di Bruti Liberati la voce isolata della responsabile Giustizia di Sinistra Ecologia e Libertà Paola Balducci: “A commento di una frase di Garapon che fotografava il mutamento di cultura in Francia dove anche l’ex presidente usa i social network per criticare le istituzioni, Bruti Liberati ha solo aggiunto che questa prassi non è solo francese, ma anche italiana: cioè quella di attaccare le istituzioni e in particolare la magistratura. Che da una battuta uscita a margine di una tavola rotonda si debba aprire un caso nazionale, invocare procedimenti disciplinari contro Bruti Liberati è una esagerazione ed un paradosso che non giovano a nessuno, soprattutto alla causa di una giustizia che noi vogliamo riformare per rendere sempre più equa, terza e vicina ai cittadini”.