“Ogni giorno è una guerra, ogni giorno si combatte nella trincea di una tassazione che soffoca, di un credito che oramai ha chiuso i suoi rubinetti. Si combatte contro una burocrazia esponenziale e con una concorrenza sleale che arriva dalla Cina ma anche da altri paesi a noi più vicini come la Turchia. Ogni giorno gli artigiani devono indossare un’armatura ma sono sempre più soli”. Così Franco Zullo, imprenditore digitale che conosce bene le problematiche degli artigiani disseminati un po’ ovunque in Italia. Franco ha messo in rete i migliori sarti soprattutto della Brianza e delle Marche attraverso la piattaforma My Personal Dresser, una bottega online d’eccellenza artigianale a domicilio.
Le parole di Franco sono in fondo un vocabolario conosciuto da tanti altri artigiani di ogni parte d’Italia. “Ormai i lavori artigiani sono difficilmente opzionati, ci sono pochi giovani disposti ad entrare nelle botteghe. Alcuni lamentano persino la difficoltà di recuperare manodopera italiana”, mi racconta Franco. Un paradosso per un’Italia che dovrebbe comprendere l’importanza dell’artigianato, forte del quasi milione e mezzo di imprese artigiane, ovvero il 23,6 per cento del totale delle imprese italiane, con una generazione di fatturato di 150 miliardi di euro.
Lo specchio della manifattura nostrana è fatta di luci e ombre, ma certamente di un potenziale enorme. Del suo ruolo, della sua eccellenza, del suo futuro se ne parlerà nel meeting nazionale dei Giovani Imprenditori Cna, quest’anno è dedicato proprio alle”Manifatture” (si terrà a Firenze al teatro della Pergola l’8 e il 9 novembre, iscrizione gratuita ma obbligatoria). Proprio sulla manifattura nostrana in questi mesi si leggono molte ricette per far competere gli artigiani e sostenerli, sottraendoli da questa morsa: si parla di digitalizzazione delle imprese, ma spesso non basta se non si riescono a scalare mercati anche esteri.
Forse allora occorre un cambio di paradigma, un salto culturale come ha evidenziato Stefano Micelli, autore di “Futuro Artigiano” per Marsilio. E l’attuale incertezza deve essere un pungolo, uno stimolo. Così precisa Andrea Di Benedetto, Presidente Giovani Imprenditori Cna: “Il nostro potenziale sta proprio nella capacità manifatturiera che accomuna oltre 100mila Pmi italiane. Dobbiamo affermarci come produttori di qualità, riempiendo sapientemente le nicchie del mondo. E’ tornato il tempo del fare, del produrre, del creare con le mani e vendere ovunque grazie ad una comunicazione efficace e all’utilizzo del web per promuoversi e costruire, raccontandola, una nuova epica dell’artigianato”.